Secondo gli esperti, la Commissione europea deve migliorare il suo approccio per risolvere il problema dell’obesitàCOMUNICATO STAMPA

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SECONDO GLI ESPERTI, LA COMMISSIONE EUROPEA DEVE MIGLIORARE IL SUO APPROCCIO PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELL’OBESITÀ

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Bruxelles, 17 aprile 2024. Oggi, in un simposio tenuto dall’ istituto di policy Competere.eu europeo sono stati discussi degli approcci innovativi per risolvere la pandemia globale dell’obesità, insieme a Rosa D’Amato, eurodeputata del gruppo politico Verdi/ALE al Parlamento europeo.

«L’attuale crisi dell’obesità impone un tributo significativo alla salute umana, alla coesione sociale e alla vitalità economica, minando la produttività e il benessere generale della società. Le tendenze attuali potrebbero annunciare un declino senza precedenti dell’aspettativa di vita nei Paesi occidentali entro la fine di questo decennio, segnando un’inversione storica nei progressi della salute umana», ha dichiarato Pietro Paganini, presidente di Competere.eu e autore di «IFood: i pericoli della standardizzazione alimentare». «Le politiche e le strategie esistenti, in particolare l’attenzione dell’Unione Europea per l’etichettatura sul fronte della confezione, non hanno prodotto risultati significativi», ha dichiarato Paganini. Il simposio «Obesità: la pandemia invisibile» ha invitato esperti di ricerca sull’obesità dell’Università di Milano, dell’Università di Anversa e dell’Università di Scienze Gastronomiche, insieme a rappresentanti del Consiglio Nazionale della Ricerca spagnolo e di Food & Drink Europe, per condividere opinioni sulle cause profonde dell’obesità e sulle soluzioni a questa crisi globale.

Diversi oratori hanno avvertito che l’obesità è il problema più importante che gli esseri umani dovranno affrontare nei prossimi anni. L’obesità tra i bambini è particolarmente preoccupante a causa di una serie di malattie NCD (malattie non trasmissibili) e della riduzione dell’aspettativa di vita che spesso ne deriva.

Rosa D’Amato, europarlamentare dei Verdi e dell’ALE, ospite del simposio, ha dichiarato: «L’obesità non è solo una questione di salute personale, ma un problema sociale che richiede un’attenzione urgente e un’azione collettiva. I numeri sono in aumento e abbiamo un impellente bisogno di affrontare questo problema».

Il Prof. Luc Van Gaal, dell’Università di Anversa, ha illustrato i molteplici fattori che contribuiscono all’obesità, quali lo stile di vita, l’alimentazione, l’attività fisica, la genetica, la qualità del sonno, le infiammazioni, il microbioma intestinale, gli interferenti endocrini, i farmaci, gli ambienti tossici e persino il riscaldamento globale. La prof.ssa Donatella Saccone, dell’Università di Scienze Gastronomiche, ha aggiunto che la sicurezza alimentare – che comprende la disponibilità di cibo, l’accesso al cibo, l’utilizzo e la stabilità del cibo – è un altro fattore critico che deve essere affrontato dai responsabili politici.

Il Prof. Michele Carruba, Università degli Studi di Milano, ha spiegato: «L’obesità è una vera e propria malattia, cronica e ricorrente, potenzialmente mortale ed epidemica. Non è semplicemente dovuta a uno stile di vita vizioso, caratterizzato da un eccesso di cibo. È invece attribuibile al malfunzionamento del meccanismo omeostatico che regola il metabolismo energetico. Se non si affronta questo problema, la sostenibilità economica di tutti i sistemi sanitari nazionali diventerà ingestibile. È quindi necessario promuovere una cultura alla corretta alimentazione. Dobbiamo educare i bambini nelle scuole, fin dai primi mesi di vita, all’educazione alimentare e ad uno stile di vita sano».

I relatori sono stati concordi nell’affermare che le attuali politiche sostenute dalla Commissione europea non riescono ad affrontare i molteplici fattori che contribuiscono all’obesità. Un’attenzione limitata all’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione non riesce a produrre risultati significativi. Tali misure non solo sono inefficaci, ma hanno un impatto negativo sull’economia e sull’autonomia individuale. Paganini ha dichiarato: «L’UE deve invece adottare una nuova posizione sull’obesità, abbracciando le diverse e innovative soluzioni offerte dalla scienza e dalla tecnologia».

«Siamo impegnati a sostenere politiche che consentano ai cittadini europei e del mondo intero di personalizzare la propria dieta», ha dichiarato Paganini, citando i più recenti progressi della scienza e della tecnologia che sostengono il superamento dell’obsoleto modello «taglia unica».

Concludendo il simposio, Paganini ha esortato l’UE a migliorare il suo approccio all’obesità. Paganini ha invitato la Commissione a sviluppare politiche più ampie e innovative, sfruttando i progressi della scienza e della tecnologia per affrontare il problema. Un approccio innovativo di questo tipo eviterebbe l’attuazione di soluzioni temporanee obsolete che si riveleranno inevitabilmente inefficaci e porteranno a conseguenze negative per gli europei, i loro valori e le loro diversità regionali, oltre che per le economie europee.

Insieme all’Università degli Studi di Milano, Competere.eu ha lanciato un’Alleanza internazionale contro l’obesità (IAAO).  Questa tavola rotonda permanente mira a sviluppare la formazione di una comunità multidisciplinare e internazionale di esperti scientifici in grado di affrontare la questione dell’eccesso di malnutrizione da un’ampia gamma di prospettive e di sviluppare soluzioni efficaci a un problema complesso. I leader della IAAO vedono l’obesità radicata in una serie complessa di fattori, che vanno ben oltre la semplice questione di ciò che le persone mangiano. Essi ritengono che, se i responsabili politici spostassero la loro attenzione sui molteplici fattori che portano all’obesità, si potrebbero implementare soluzioni più efficaci.

 

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