Allarme Oms: 1 persona su 8 al mondo è obesaCOMUNICATO STAMPA
- 21 May 2024
- Posted by: Competere
- Categories: Empowering Consumers, highlights, News
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ALLARME OMS: 1 PERSONA SU 8 AL MONDO È OBESA
Terzo incontro per la creazione di un’alleanza internazionale e multidisciplinare sulla malnutrizione
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Madrid, 21 maggio 2024 – Secondo l’Oms, dal 1990, l’obesità tra gli adulti è raddoppiata, mentre tra gli adolescenti è quadruplicata. Nel 2022, si è registrata 1 persona su 8 obesa al mondo. Nello stesso anno, circa 2,5 miliardi di adulti erano in sovrappeso, di cui 890 milioni soggetti a obesità. A loro volta, oltre 390 milioni di bambini e adolescenti erano in sovrappeso, di cui 160 milioni obesi.
Si registra, quindi, un crescente tasso di obesità, che coincide con un declino nell’adozione della dieta mediterranea. La tendenza all’aumento di peso è correlata alle condizioni socioeconomiche specifiche. La composizione genetica individuale è un fattore decisivo nel processo di aumento di peso, indipendentemente dallo stile di vita della persona. Le politiche fino qui adottate dalla Commissione UE come lo strumento del fronte pacco, non stanno portando alcun risultato.
Sono queste le principali criticità emerse dal simposio internazionale “Malnutrition: a multidisciplinary approach”, che si è tenuto ieri a Madrid, organizzato dall’istituto di policy e advocacy Competere – Policy for Sustainable Development, dalla piattaforma di comunicazione e ricerca Agrifood Comunicación, in collaborazione con il Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità (CSRO) dell’Università degli Studi di Milano e con l’Universidad Politécnica de Madrid.
«L’obesità è riconosciuta oggi, a livello internazionale, come un’epidemia invisibile, che ha gravi ripercussioni sulla salute pubblica, sulle relazioni sociali e interpersonali, sulla produttività e sull’economia globale, incidendo profondamente sul benessere psicofisico dei cittadini», ha spiegato Pietro Paganini, Presidente di Competere, in apertura dei lavori. «Principale causa di mortalità a livello mondiale, è fondamentale intensificare gli sforzi per promuovere le politiche che ne favoriscano la riduzione, incentrando l’attenzione su metodi che permettano ai cittadini di adottare uno stile di vita equilibrato e sostenibile».
All’appuntamento hanno preso parte scienziati, ricercatori ed esperti provenienti dai campi della medicina, economia, psicologia, sociologia e urbanistica, che hanno quindi condiviso specifiche raccomandazioni per sviluppare strategie innovative volte a supportare i governi nazionali e internazionali nell’implementazione di politiche di salute pubblica più efficaci contro l’obesità.
La problematica dell’obesità, e più ampiamente del sovrappeso, coinvolge un numero crescente di individui in ogni area geografica del pianeta.
«Per la prima volta nella storia dell’umanità – ha detto ancora Paganini – si riscontra un rischio concreto di riduzione dell’aspettativa di vita, direttamente correlato all’incremento ponderale diffuso nella popolazione».
Il miglioramento delle condizioni socio-economiche e la maggiore disponibilità di alimenti calorici, per cui dobbiamo essere soddisfatti, hanno contribuito a un aumento del peso corporeo e quindi all’insorgere di malattie associate a diete scorrette e a stili di vita non sostenibili.
Il problema dell’obesità non è imputabile esclusivamente all’assunzione di calorie in eccesso, ma è anche e soprattutto il risultato di un complesso intreccio di cause, tra cui: l’alimentazione e gli stili di vita, la qualità, quantità, e frequenza del consumo calorico, unitamente al dispendio energetico; numerosi aspetti dello stile di vita quali stress, qualità del sonno, stato emotivo, e assunzione di farmaci; fattori socioeconomici e relazionali, le condizioni economiche e le dinamiche sociali; genetica e metabolismo, e quindi le predisposizioni genetiche e le variazioni metaboliche individuali.
Ciascuna di queste macro categorie è influenzata da sotto-categorie ulteriormente divisibili, strettamente individuali, sottolineando la personalizzazione necessaria nell’approccio al problema.
Le politiche attuate fino a oggi, quali per esempio i sistemi di etichettatura nutrizionale fronte pacco, non hanno portato ai risultati sperati, limitandosi a ottenere consensi superficiali. L’analisi dei dati e l’evidenza del loro fallimento sottolineano l’urgenza di rivedere gli approcci politici, spostando l’attenzione dalle soluzioni generalizzate a interventi più mirati e personalizzati. Al contrario, hanno dimostrato di favorire conseguenze non intenzionali negative e pericolose.
Di fronte a queste sfide, è essenziale ripensare le strategie di salute pubblica concentrandosi sulle esigenze individuali per affrontare efficacemente l’obesità. Con il progresso tecnologico e l’evoluzione della medicina personalizzata, oggi disponiamo degli strumenti necessari per implementare soluzioni su misura che possano adattarsi alle specificità di ogni individuo, aprendo nuove vie per una lotta più efficace contro questa epidemia invisibile.
«Secondo l’Oms, l’obesità è il problema sanitario più urgente per la comunità internazionale.» Ha commentato Michele Carruba, Presidente del Centro di Studio e Ricerca dell’Obesità dell’Università degli Studi di Milano. «L’obesità deve essere affrontata come una pandemia, i cui trend di crescita sono impressionanti, ma anche come una sindemia, ovvero come una patologia che si aggrava quando è sovraccaricata da altre condizioni fisiche (per esempio la sedentarietà o le infezioni post-Covid). È necessario rendersi conto che l’obesità ha superato ormai le malattie riconducibili alla malnutrizione per difetto. In pratica si muore di più per eccesso di cibo che di fame. Senza un intervento immediato, che preveda la creazione di un sistema integrato di prevenzione, le patologie legate all’obesità non saranno più economicamente sostenibili per i sistemi sanitari nazionali.»
Da parte sua, Felipe Casanueva, professore di medicina all’Università di Santiago de Compostela e responsabile del Servizio di Endocrinologia e Nutrizione del Complesso Ospedaliero Universitario di Santiago, ha affermato che «l’obesità è una grave malattia cronica, che non può più essere trattata solo da scienziati e medici. Il numero di adulti, adolescenti e bambini in sovrappeso è cresciuto così tanto che è necessaria la volontà politica di affrontare questa situazione, come è stato fatto con la legge antifumo. È un problema che va affrontato con un programma trasversale, multidisciplinare e, soprattutto, multipartitico.»
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