International Property Rights Index 2024: come si classifica l’Italia?L'IDEA DI Erika Loh

Read the article in English

  • È stato recentemente pubblicato l’International Property Rights Index (IPRI) relativo alla protezione dei diritti di proprietà, evidenziando difficoltà a livello globale.
  • L’Italia si posiziona 36esima, eccellendo nella protezione dei marchi ma mostrando debolezze nell’accesso al credito e nella protezione della proprietà fisica.
  • Sono necessarie misure per rafforzare la tutela dei diritti di proprietà e migliorare il sistema legale per attrarre investimenti e promuovere l’innovazione in Italia.

Il 22 ottobre 2024 è stato pubblicato l’International Property Rights Index (IPRI) dalla Property Rights Alliance, con il contributo di 131 think tank, tra cui Competere. L’IPRI è l’unico indice globale comparativo che classifica la solidità dei diritti di proprietà, sia fisica che intellettuale, oltre agli ambienti legali e politici che li supportano. L’indice valuta 125 Paesi, che rappresentano il 93,4% della popolazione mondiale e il 97,5% del PIL globale. 

DIRITTI DI PROPRIETÀ: TENDENZE E CRITICITÀ

Il punteggio medio globale dell’IPRI nel 2024 è pari a 5,18, si osserva una lieve flessione dello 0,53% rispetto all’anno precedente, suggerendo crescenti difficoltà nella protezione dei diritti di proprietà, un elemento cruciale per il progresso economico. In cima alla classifica troviamo Finlandia (8,1), Singapore (7,94), Danimarca (7,774), Paesi Bassi (7,773) e Nuova Zelanda (7,66). In fondo alla graduatoria si posizionano Venezuela (1,9), Yemen (2,4), Haiti (2,6), Repubblica Democratica del Congo (3,0) e Ciad (3,0). Nel complesso, l’83% della popolazione mondiale vive in Paesi con punteggi IPRI compresi tra 2,9 e 5,7, che indicano una protezione moderata con ampie possibilità di miglioramento. Ma dove si posiziona l’Italia?  

MALE L’ITALIA: ANCORA INSUFFICIENTE LA PROTEZIONE DEI DIRITTI

L’Italia, nel 2024, ha ottenuto un punteggio generale di 5,99, in leggero calo (-0,048) rispetto al 6 del 2023, posizionandosi al 36° posto su 125 Paesi. È vero, il Paese nella classifica si trova davanti a nazioni dell’Unione europea come i Paesi dell’Est e la Grecia. Tuttavia, è preoccupante realizzare che si collochi dietro Spagna, Oman ed Emirati Arabi Uniti. Se nel 2023 l’Italia era riuscita a raggiungere il 35° posto dopo aver scalato la classifica di 10 posizioni, quest’anno inverte il trend: un fattore che indebolisce non solo il nostro tessuto imprenditoriale, ma anche il marchio Made in Italy, rendendoci meno attrattivi per gli investimenti internazionali. A livello regionale, in Europa Occidentale, l’Italia si classifica 18esima su 19 Paesi, confermandosi anche quest’anno come fanalino di coda in Europa.

Analizzando i singoli fattori dell’indice, l’Italia eccelle nella protezione dei marchi, superando perfino i Paesi in testa alla classifica, come Finlandia e Singapore. Buona ma con ampio margine di miglioramento è la protezione dei brevetti e del copyright. Le principali debolezze emergono invece nell’accesso al credito e nella scarsa applicazione dello “rule of law”, con leggi che, pur esistendo, non vengono applicate adeguatamente. Il punteggio più basso, tuttavia, l’ha registrato nella protezione dei diritti di proprietà fisica, in leggero calo rispetto all’anno scorso.

POTENZIARE LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE PER STIMOLARE L’INVESTIMENTO

Questa posizione mediocre non riflette il potenziale economico dell’Italia né l’innovazione delle sue imprese. Servono misure per rafforzare la tutela dei diritti di proprietà, fondamentali per attrarre imprese e promuovere l’innovazione. L’Italia dovrebbe rafforzare il sistema legale, ridurre la burocrazia e accelerare i procedimenti per garantire una protezione giuridica efficace dei diritti di proprietà. È inoltre essenziale intensificare la lotta alla contraffazione, particolarmente dannosa per settori chiave come l’alimentare e la moda. Anche le proprietà fisiche devono essere tutelate attraverso azioni tempestive, per garantire il rispetto della legge. Infine, sono necessari incentivi fiscali per le imprese che investono nella tutela della proprietà intellettuale.

Leggi Made in Italy: priorità alla tutela della proprietà intellettuale>>>

Join Our Community and Stay Up to DateSign up to receive weekly updates, thoughtful ideas, and exclusive invitations

SEARCH IN OUR NEWS

LATEST NEWS