Zootecnia: distinguere le vere fonti di inquinamentoCOMUNICATO STAMPA

PAGANINI «VALORIZZARE LA CIRCOLARITÀ PER DISTINGUERE LE VERE FONTI DI INQUINAMENTO» 

Distinzione delle emissioni di gas serra. Un passo importante per la sostenibilità, l’innovazione e la protezione climatica

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Roma, 25 novembre 2024 – Il calo delle emissioni di gas serra in Europa, pari al 3,2% nel 2023 rispetto all’anno precedente, rappresenta un risultato incoraggiante. Tuttavia, a Competere richiamiamo l’attenzione sull’importanza di distinguere tra le diverse tipologie di gas serra e sulle implicazioni di questa distinzione per le politiche ambientali e il dibattito pubblico.

“Il confronto tra il metano derivante dalla filiera zootecnica e quello delle emissioni fuggitive delle industrie fossili è del tutto incongruente. Dobbiamo puntare su metriche più accurate e narrative obiettive per valorizzare chi opera nell’economia circolare e affrontare con rigore le vere fonti di inquinamento”, dichiara Pietro Paganini.

Il metano, pur essendo un gas a effetto serra, ha caratteristiche distinte rispetto alla CO2, come un ciclo di vita atmosferico più breve, che dura dai 9 ai 12 anni. Questa differenza consente di classificare i gas serra come “gas di stock” o “gas di flusso”. La CO2, emessa da fonti fossili e destinata a permanere nell’atmosfera per secoli, rappresenta un contributo irreversibile al riscaldamento globale. Al contrario, il metano biogenico, prodotto dalla digestione dei ruminanti, si inserisce in un ciclo naturale e rinnovabile, in cui il carbonio viene riassorbito dalle piante.

Sottolineiamo l’importanza di superare l’attuale standard che converte tutte le emissioni in CO2 equivalente, in quanto questo approccio ignora la natura ciclica e sostenibile delle emissioni biogeniche. “Il settore zootecnico – aggiunge Paganini – spesso oggetto di critiche ideologiche, rappresenta invece un esempio concreto di economia circolare, trasformando biomassa non digeribile in alimenti ricchi di proteine e implementando tecnologie innovative per ridurre il proprio impatto ambientale”.

L’impegno degli allevatori, che include l’adozione di diete animali migliorate, la gestione sostenibile dei reflui e l’uso di impianti per la produzione di biogas e biometano, ha già dato risultati significativi. Queste pratiche riducono le emissioni di metano e contribuiscono a diminuire l’uso di combustibili fossili, con benefici doppi per l’ambiente.

Invitiamo le istituzioni e il pubblico a riconoscere le differenze tra le emissioni legate alla zootecnia e quelle fuggitive derivanti dai combustibili fossili, che rappresentano un’immissione netta e improduttiva di carbonio nell’atmosfera. Affrontare le sfide climatiche con metriche più precise e con un approccio basato sui dati è essenziale per promuovere un dibattito costruttivo e per identificare le vere priorità nella lotta al cambiamento climatico.

Pubblicato su Agricolae

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