EUDR: il rinvio per un’implementazione efficaceDI Carola Macagno

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Il Parlamento Europeo ha votato in sessione plenaria l’approvazione della proposta della Commissione Europa di posticipare di un anno l’applicazione dell’European Union Deforestation Regulation (EUDR). Il testo rimane invariato, è questo l’accordo raggiunto durante il trilogo delle scorse settimane.

Una decisione che accogliamo con favore. Questo tempo aggiuntivo, che riflette un’ammissione da parte dell’UE degli errori commessi nella scorsa legislazione – in particolare il suo approccio top-down, senza il coinvolgimento adeguato dei Paesi produttori e degli stakeholder industriali – offre un’opportunità preziosa per testare e adattare le procedure necessarie a garantire la piena conformità entro il 30 dicembre 2025 (30 giugno 2026 per le piccole e medie imprese). Ora più che mai, è fondamentale non ricommetere gli stessi sbagli: serve una collaborazione immediata ed efficace tra istituzioni europee, autorità competenti nazionali, Paesi produttori e tutti gli stakeholders per identificare e risolvere tempestivamente eventuali problemi tecnici.

Con l’entrata in vigore dell’EUDR, l’Unione Europea si pone come leader nella lotta globale contro la deforestazione. Dopo decenni di contributi diretti e indiretti al fenomeno, l’Europa ha finalmente l’opportunità di chiudere le porte all’importazione di beni associati a pratiche non sostenibili. Ma soprattutto, può mettere a tacere attacchi infondati a filiere che, per troppo tempo, sono state accusate ingiustamente nonostante i continui sforzi per migliorarsi in termini di sostenibilità – ambientale, economico e sociale. È il caso dell’olio di palma.

LA FILIERA DELL’OLIO DI PALMA. UN ESEMPIO CONCRETO

Tra le sette filiere coinvolte dall’EUDR, quella dell’olio di palma spicca per i risultati già raggiunti. Grazie a iniziative come le certificazioni, tra cui quelle dei Paesi produttori e la RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil), oltre il 90% dell’olio di palma importato in Europa è certificato sostenibile. L’Italia è leader in questo settore, con oltre il 95% dell’olio di palma sul mercato domestico conforme agli standard di sostenibilità.

Questi progressi sono frutto di un impegno costante per integrate pratiche come la tracciabilità digitale, il monitoraggio satellitare e la conservazione delle aree ad alto valore di biodiversità. L’esperienza della filiera dell’olio di palma dimostra che è possibile combinare sostenibilità ambientale, crescita economica e inclusione sociale, offrendo un modello replicabile per altre industrie.

SGUARDO AL FUTURO

Il successo dell’EUDR è ormai chiaro e condiviso: abbiamo compreso l’importanza di una lotta efficace alla deforestazione attraverso la cooperazione e il dialogo costante. Ora è cruciale accelerare i processi, rafforzando il confronto con i Paesi produttori e garantendo il coinvolgimento dei piccoli produttori, che fino ad oggi hanno rappresentato la vera sfida. Affinché l’adozione dell’EUDR sia pienamente efficace, è essenziale istituire degli standing committee per le singole commodities, accompagnati da dry runs mirati per testare in anticipo le procedure e affrontare eventuali criticità. Questo richiede il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholders, comprese le autorità competenti, in primis quella italiana. Solo un approccio condiviso potrà trasformare l’EUDR in uno strumento globale, capace di affrontare le sfide della deforestazione e favorire un sistema produttivo più responsabile e inclusivo.

Leggi EUDR: Accogliamo le linee guida della Commissione e la proposta di un anno di transizione>>>

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