Alimentazione + Scienza = Dieta MediterraneaDI Michele Carruba

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Già nel V secolo a.C., Ippocrate aveva intuito che la salute è indissolubilmente legata all’alimentazione, ma ci sono voluti secoli per definire con precisione questa relazione grazie alla ricerca scientifica. Fu proprio grazie alle ricerche di Ancel Keys, in particolare con il celebre “Seven Countries Study”, che negli anni ’70 cominciò a delinearsi il concetto di dieta ottimale, ovvero quella capace di prevenire le malattie più pericolose e di garantire una vita più lunga e in salute.

Keys denominò questa dieta “Dieta Mediterranea”, osservando che i Paesi come Italia, Grecia e Jugoslavia vantavano un’aspettativa di vita superiore rispetto ad altri Paesi quali Stati Uniti, Finlandia, Olanda e Giappone.

Da allora, ricercatori di ogni parte del mondo hanno effettuato numerosissime ricerche scientifiche che, non solo hanno confermato i benefici della Dieta Mediterranea, ma ne hanno descritto i meccanismi biochimici, cellulari e molecolari sul nostro organismo. Grazie a queste evidenze, la dieta è stata riconosciuta “patrimonio immateriale dell’umanità”, permettendoci di raggiungere un primato che tutto il mondo ci invidia: siamo in assoluto il Paese più longevo! Ma per quanto ancora lo resteremo?

UNA TRADIZIONE A RISCHIO

Purtroppo, oggi stiamo cominciando ad allontanarci da quella tradizione alimentare che per secoli si è tramandata da generazione in generazione. La globalizzazione, la grande confusione nell’informazione, l’industrializzazione della filiera alimentare e la pubblicità, insieme a una drastica riduzione dell’attività fisica, stanno portando a un aumento dell’obesità e delle malattie croniche. Attualmente, metà degli italiani è sovrappeso o obeso, con conseguenti rischi per la salute, in quanto più suscettibile ad ammalarsi di malattie cardiovascolari, epatiche, renali, metaboliche, osteoarticolari e tumorali.

Tutto ciò succede in un Paese in cui la moda ci impone canoni di bellezza, soprattutto al femminile, di estrema magrezza e di conseguenza si riscontra una pressante richiesta di dimagrimento da parte della popolazione. Tale richiesta, non potendo essere soddisfatta dalle istituzioni preposte a salvaguardare la salute – che ancora oggi non riconoscono l’obesità come una malattia cronica a carattere epidemico – lascia spazio a imbonitori, affaristi e falsi profeti delle diete, tra cui anche qualche medico. E così, il problema, invece che risolversi, si sta man mano aggravando.

Il quadro si aggrava se si considera l’assenza totale di una cultura alimentare: a scuola ci insegnano di tutto ma non a come alimentarci. Le persone pensano di saper mangiare perché lo fanno tutti i giorni e perché, nella maggior parte dei casi, gli errori alimentari non si tramutano in tempi brevi in segni o sintomi e pertanto ci si accorge di aver sbagliato solo quando il danno è ormai consolidato. A questo punto, le persone ricorrono alla dieta, diventando prede di chi garantisce i risultati più mirabolanti nel minor tempo possibile. Tuttavia, molte di queste diete “la qualunque” – dieta del minestrone, dieta delle banane, dieta a punti, dieta a zona, dieta del gruppo sanguigno, dieta del semaforo, dieta scarsdale, dieta Dash, dieta Beverly Hills e diete inventate da sedicenti dottori (Dukan, Atkins ecc.) – mancano di basi scientifiche e quindi, ma non solo per questo, sono pericolose. Efficaci? Qualcuna, in qualche caso, può anche far perdere qualche chilo, ma l’efficacia di una dieta si deve misurare non a breve termine ma nel lungo periodo; se analizziamo attentamente il risultato di queste diete, possiamo notare che poche settimane dopo averle smesse, i chili persi vengono riguadagnati con gli interessi. Questo avviene perché si innesca un meccanismo perverso denominato yoyo.

Infatti, quando si perde peso in breve tempo, riducendo la quantità di calorie introdotte anche con un semplice digiuno, i chili che si perdono sono per circa metà a carico del tessuto adiposo – che è giusto perdere – ma per l’altra metà a carico dei muscoli, che rappresentano la massa metabolicamente attiva che al contrario dovremmo incrementare. Quando si riguadagna il peso perso, questo è rappresentato al 100% dal grasso. A parità di chi li persi e riguadagnati, l’analisi della composizione corporea ci dice che in realtà si è diventati più grassi di prima di aver cominciato la dieta. Quindi è meglio non dimagrire piuttosto che dimagrire per poi ringrassare.

DIMAGRIRE: COME FARLO NEL MODO GIUSTO

Perdere peso rapidamente è molto facile, ci si può arrivare anche con diete “della qualunque”, ma mantenere il peso perso nel tempo è molto più difficile. Ci si può arrivare solo con l’aiuto di medici esperti e qualificati e ricorrendo ad approcci basati sulle evidenze scientifiche. È necessario un intervento che consideri la dieta non come una soluzione temporanea, ma come uno stile di vita da adottare per sempre!

RISCOPRIRE LA DIETA MEDITERRANEA

Per guadagnare salute, bisogna ritornare a uno stile di vita attivo e a scelte alimentari basate su razionalità e criteri scientificamente validati. La Dieta Mediterranea, con il suo equilibrio tra nutrienti e sapori, rimane il modello più indicato per prevenire obesità, malattie croniche e vivere più a lungo in salute. Informarsi da fonti altamente qualificate è fondamentale per evitare errori e intraprendere un percorso consapevole verso il benessere.

Leggi Dieta Mediterranea: un modello alimentare equilibrato>>>

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