Un Mondo senza Vino e Birra: il Nuovo Proibizionismo Travestito da ScienzaDI Pietro Paganini
- 25 February 2025
- Posted by: Competere
- Categories: Balanced Lifestyle, Empowering Consumers-HLP, Lidea
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Si sta diffondendo l’idea che le bevande alcoliche debbano essere regolamentate come il tabacco. In Europa e nel mondo stanno emergendo proposte per limitarne il consumo, sostenendo che siano tra le principali cause delle malattie non trasmissibili (NCDs), a loro volta responsabili di elevati tassi di mortalità e costi sanitari.
Etichette allarmistiche come “nuoce gravemente alla salute” o “causa il cancro” su bottiglie e lattine, tasse specifiche, restrizioni severe e persino la vendita esclusiva in negozi autorizzati, come già avviene in Finlandia e Svezia (una chiara violazione delle regole del mercato unico europeo), sono tra le soluzioni proposte, secondo la classica logica dell’”one size fits all“.
PERCHÈ È IMPORTANTE
Se adottate, queste misure avranno conseguenze gravi e indesiderate, limitando le libertà individuali e danneggiando economia, società e cultura. Si basano su un’idea semplicistica e infondata: il vino e la birra sono dannosi di per sé.
In realtà, il problema non è il loro consumo, ma l’abuso e le sue cause. Vino e birra, inseriti in una dieta equilibrata, possono avere effetti positivi sulla salute. Ma chi promuove queste restrizioni ignora la complessità della realtà sociale: l’abuso di alcol ha cause profonde, individuali e collettive, che non si risolvono con divieti e tasse come strumenti di prevenzione.
PATERNALISMO O RESPONSABILITÀ
Questa visione paternalistica e illiberale pretende di sostituire la responsabilità individuale con l’imposizione dall’alto. Lo Stato vuole decidere cosa sia giusto per i cittadini, imponendo restrizioni invece di puntare su educazione e consapevolezza. Il risultato? Più controllo, meno libertà e nessun vero beneficio.
Ma c’è di più: questa impostazione semplificata e dogmatica evita di affrontare le cause reali dell’abuso, scaricando la colpa su prodotti millenari anziché sulle condizioni sociali, economiche e culturali che favoriscono il consumo eccessivo.
UN MONDO SENZA VINO E BIRRA
Se il vino e la birra scomparissero dalle nostre tavole, non avremmo una società più sana, ma più povera sotto ogni punto di vista.
- Chi ne fa un uso moderato perderebbe un alimento con benefici per la salute fisica, mentale e sociale.
- Chi ne abusa lo sostituirebbe con altre sostanze, altrettanto o più dannose.
- L’economia subirebbe un colpo durissimo: il settore vinicolo e brassicolo è un pilastro per molte regioni, legato a geografia, tradizioni e cultura.
Eliminare il vino e la birra significherebbe cancellare millenni di storia.
MILLENNI DI TRADIZIONE E BENESSERE
Vino e birra fanno parte della dieta dell’uomo da oltre 6.000 anni. I Romani raffinarono la viticoltura e ne esportarono la produzione in tutto l’Impero. Da allora, le aspettative di vita sono aumentate, non diminuite. Ippocrate, padre della medicina, raccomandava il vino per disinfettare le ferite e come parte di una dieta salutare. Diceva che “il vino è una bevanda utile sia per i sani che per i malati. Va bevuto al momento giusto, nel modo giusto e nelle giuste quantità, tenendo conto della costituzione di ciascun individuo“.
MENO ALCOL, MA PIÚ ALLARMISMO
I dati smentiscono l’allarmismo, ma nessuno ne parla:
- Dal 2010, il consumo dannoso di alcol e la mortalità alcol-correlata sono diminuiti del 20% a livello globale.
- Nell’UE, il binge drinking è sceso del 6,4% tra il 2014 e il 2019.
- Tra i giovani (15-19 anni), il consumo episodico eccessivo è calato del 15%.
- Le morti attribuibili all’alcol in Europa sono diminuite del 16,8% tra il 2010 e il 2019.
Numeri che smontano la narrativa emergenziale su cui si basano le nuove restrizioni.
BILANCIARE, NON PROIBIRE
Come per tutti gli alimenti, la chiave è la moderazione. Aristotele la considerava un principio fondamentale, ed è alla base della dieta mediterranea.
Le linee guida del Ministero della Salute italiano raccomandano:
- un bicchiere al giorno per donne e over 65
- due bicchieri al giorno per uomini
L’effetto dell’alcol varia da persona a persona, in base a dieta, metabolismo e stato di salute. Imporre regole rigide senza considerare questa complessità è un errore.
Inoltre, la qualità conta: il danno non dipende solo dalla quantità, ma anche dalle caratteristiche del prodotto.
LIBERTÀ E RESPONSABILITÀ
Contrastare l’approccio proibizionista non significa negare i problemi legati all’abuso di alcol, ma affrontarli con dati, scienza e buon senso.
Non servono divieti né strategie preventive mascherate da informazione – come le etichette allarmistiche – ma conoscenza. Solo attraverso la consapevolezza si rafforza il vero fondamento della libertà individuale.
COSA FARE
La soluzione è promuovere uno stile di vita equilibrato. L’equilibrio cambia da persona a persona e si ottiene con conoscenza e consapevolezza, non con divieti e imposizioni. Educare i cittadini alla moderazione è l’unica strada sensata che sperimentalmente produce risultati.