Rilanciare le InfrastruttureL'idea di Stefano Cianciotta

In attesa della tavola rotonda “Being Digital” con l’Ambasciatore dell’Estonia, Celia Kuningas-Saagpakk proponiamo una riflessione sul tema infrastrutture come leva strategica per la crescita. Alcune delle affermazioni nell’intervista al Sole 24 Ore del neoministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, lasciano intravedere dei segnali positivi, sui quali è giusto avanzare alcune ipotesi. 

Alla ripresa economica italiana manca il contributo fondamentale del settore delle infrastrutture. Senza il crollo degli investimenti (60 miliardi di euro) l’economia italiana avrebbe recuperato nei dieci anni di crisi in media quasi un punto di Pil all’anno, come ha evidenziato anche lo stesso Toninelli, consapevole del ruolo fondamentale che il settore svolge per lo sviluppo del Paese.

PERCHÈ È IMPORTANTE? Nel prossimo decennio gli investimenti in infrastrutture conosceranno nel mondo un dinamismo senza precedenti, sostenuto soprattutto dalla Cina. Sarà dunque fondamentale anche in Europa e in Italia ricominciare a investire, perché la competitività del mondo globale passerà sempre di più dalla capacità sviluppare le infrastrutture fisiche/digitali, velocizzando anche i processi amministrativi delle agevolazioni fiscali, dello snellimento dell’iter autorizzativo e della individuazione di partner economici qualificati.

Gli enti locali al centro degli investimenti – Nel 2018 il Pil della Polonia arriverà alla cifra record del 5,8% e tra gli elementi che stanno favorendo questa crescita considerevole vi è proprio la capacità di riorganizzare la Pubblica Amministrazione per aumentare la capacità di attrarre investimenti anche nel settore delle infrastrutture, grazie a 14 Zone Economiche Speciali a fiscalità agevolata. La maggiore disponibilità di risorse in capo agli enti locali pone un ulteriore tema, che è quello delle competenze e della capacità di programmazione, argomenti complicati da affrontare soprattutto nei Comuni di dimensioni più modeste (in Italia 5000 Comuni amministrano poche migliaia di cittadini) o nelle stesse Province, bloccate da una riforma imperfetta.

Pianificare per non sprecare – Dal 2016 paradossalmente il problema non è stato più quello di individuare le risorse quanto la reiterata incapacità delle amministrazioni locali di programmare, pianificare ed eseguire gli interventi, vanificando nei fatti importanti misure di rilancio per le infrastrutture previste dal Governo Gentiloni già nella programmazione di Bilancio del 2017 (+23% di risorse). I Comuni, inoltre, hanno ridotto nel 2017 la spesa per investimenti in opere pubbliche di circa 800 milioni. Un risultato fortemente negativo dopo un 2016 chiuso con una diminuzione di spesa di 1,7 miliardi, nonostante la possibilità concessa dall’allora Governo Renzi ai Comuni virtuosi di andare in deroga al Patto di stabilità.

Attenzione al digitale – Il tema delle grandi infrastrutture aveva diviso nella elaborazione del Contratto di Governo Lega e M5S; la prima interessata a sostenere gli investimenti europei all’interno delle nuove direttrici di sviluppo, mentre il Movimento con un atteggiamento più ostruzionistico. Nella attuazione del Contratto di Governo va recuperato e ampliato il dibattito sulle infrastrutture, perché in Italia c’è bisogno di stimolare un percorso strutturato che avvii la costruzione di un ecosistema dinamico per rilanciare gli investimenti nel settore, che devono contemplare anche le opportunità legate alla Digital trasformation, argomento sul quale da sempre Di Maio – ora allo Sviluppo Economico – si è dimostrato sensibile e attento.

Per rendere concrete queste affermazioni occorre pertanto che i Ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico dialoghino anche per accelerare il processo di infrastrutturazione digitale del Paese. La Grosse Koalition di Angela Merkel ha appena istituito un Ministero per gli Affari Digitali, che dovrà gestire e coordinare le risorse previste nel Piano nazionale della digitalizzazione, con cui il Governo tedesco prevede di attrarre investimenti pubblici e privati per 100 miliardi. L’obiettivo è quello di trasformare la Germania in una Gigabit society entro il 2025. Siamo pronti anche in Italia a raccogliere la sfida?

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