Dieta Sostenibile: cosa ci dice la Eat-Lancet

Dieta sostenibile

Il cibo in un mondo sempre più consumatore ed attento alla salute ottiene una nuova funzione: quello di migliorare il benessere dell’uomo e la sostenibilità ambientale. Per questo motivo la Commissione Eat-Lancet ha elaborato il Food in the Anthropocene: the Eat-Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems”, uno studio interdisciplinare che si focalizza sulle linee guida per una dieta più equilibrata nel rispetto del benessere del pianeta e di una popolazione di circa 10 miliardi di persone. Ecco come possiamo evitare sprechi ambientali inutili e migliorare la nostra salute.

Cosa è

La FAO descrive dieta sostenibile come il consumo di “cibo nutrizionalmente sano, con una bassa impronta in termini di uso di suolo e di risorse idriche impiegate, con basse emissioni di carbonio e azoto, attento alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, ricco di cibi locali e tradizionali, equo e accessibile per tutti.”

Perché è importante

Questo regime alimentare prevede una riduzione nelle produzioni di carni e zuccheri aggiunti, ed un aumento nel consumo di frutta, verdure e tutti quegli alimenti che vengono prodotti con un basso consumo ambientale.

Come?

  1. Promuovendo diete sane, anche attraverso campagne informative ed educative sulla salute, avendo come target produttori e consumatori
  2. Favorendo un’agricoltura che punta sulla biodiversità
  3. Intensificando la produzione di cibo sostenibile
  4. Policy e governance che puntano su ricostruire ecosistemi distrutti e salvaguardare la flora e la fauna di terre ed oceani.
  5. Riducendo drasticamente sprechi alimentari in linea con le Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite, migliorando cosi tutta la filiera di produzione.

L’olio di palma sostenibile ha i requisisti adatti per essere parte integrante di una dieta sostenibile?

Assolutamente si. Appunto in linea con quelli che sono i cinque punti sopra elencati, l’olio di palma, specialmente sostenibile, rientra nelle strategie del raggiungimento di un’alimentazione sostenibile.  La Commissione Lancet inserisce l’olio di palma nella dieta ideale promuovendo l’uso di oli senza un’elevata quantità di grassi saturi, come quest’ultimo.

  1. “L’olio del frutto di palma è costituito per metà da acidi grassi saturi (49%) e per metà da grassi monoinsaturi/polinsaturi (51%).” Ed entrambi sono indispensabili al buon funzionamento del nostro organismo. (Cra-Nut ex INRAN).
  2. È una produzione sostenibile e consapevole di ridurre gli impatti ambientali, anche in comunità locali. Ecco perché alcuni attori responsabili della filiera dell’olio di palma hanno costituito nel 2004 la Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO – rspo.org) con l’obiettivo di gestire le problematiche ambientali e sociali legate alla sua produzione sulla base di definiti principi e criteri.
  3. Esistono alternative all’olio di palma, ma non hanno gli stessi livelli bassi di impatto ambientale e con footprint migliori di esso. La palma da olio ha infatti una resa media di 3,47 tonnellate per ettaro, ciò vuol dire 5 volte più della colza (0,65 t/ettaro), 6 volte più del girasole (0,58 t/ettaro), e addirittura 9 volte più della soia (0,37 t/ettaro) e 11 (0,32 t/ettaro) rispetto all’olio di oliva.

Se tutti seguiamo un regime basato sulla produzione e sul consumo sostenibile, la proposta della Eat-Lancet non sembrerà più essere un’utopia, ma una vera realtà. Sarà dura, di sicuro, ma con l’olio di palma la possiamo raggiungere.