Olio d’oliva in Serie C? Nutriscore vs. Nutrinform

Mentre il dibattito è paralizzato dalle politiche vaccinali e gli interventi di Recovery Fund, proseguono i lavori della Commissione UE su una prima strategia europea agroalimentare integrata: la Farm to Fork e un sistema di etichettatura armonizzato per i prodotti alimentari. Quali sono le possibili conseguenze per il settore agri-food? È possibile un sistema alternativo al Nutri-score? 

STRATEGIA FROM FARM TO FORK

Pietra angolare del Green Deal, la strategia, presentata lo scorso 21 maggio a Bruxelles e destinata a normare gli stili, i prodotti delle tavole europee e non solo, si ripropone di accogliere all’interno delle politiche UE il principio di un’alimentazione sostenibile e dell’educazione del consumatore a scelte nutrizionali consapevoli.

In quest’ottica, la Commissione ha annunciato l’intenzione di presentare entro la fine del 2022 un sistema di etichettatura nutrizionale comune e obbligatorio da riportare sulle confezioni, al fine di armonizzare i sistemi in circolazione e limitare la promozione di cibi ad alto contenuto, ad esempio, di sale, zuccheri e/o grassi.

LO SCENARIO

Negli ultimi anni il mercato europeo – leader mondiale per ricchezza e diversità di diete alimentari – ha registrato un aumento dei meccanismi di classificazione volontaria dei prodotti all’interno delle filiere nazionali che oggi si trovano a competere per non perdere le proprie quote di consumatori e per essere adottati a livello europeo.  

La Commissione ha precisato per voce del Ministro per la Salute e la Sicurezza Alimentare, Stella Kyriakides, che la proposta della Commissione verrà presentata solo dopo un’attenta analisi dell’impatto dei diversi sistemi di etichettatura e delle consultazioni con le parti interessate.

I SISTEMI

Nutri-score

In appena 4 anni l’etichetta “a semaforo“, spinta inizialmente dalla Francia, ha raggiunto oltre 500 produttori e distributori, che rappresentano circa il 50% del mercato francese, tra cui Nestlé, Danone, Carrefour, Leclerc. Ad oggi Nutri-score è il sistema di etichettatura più diffuso in Europa: dopo la Francia, anche Belgio, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera l’hanno adottato. L’etichetta classifica i prodotti in cinque categorie (colori, lettere), attribuendo un punteggio in base alla quantità di nutrienti contenuti in 100 gr. di prodotto, distinguendo tra alimenti buoni (frutta, verdura, noci, fibre e proteine) e dannosi (grassi saturi, zucchero, sodio e calorie). 

Nutri-informe

Il sistema “a batteria” presentato dall’Italia e che diversi rappresentanti delle filiere agroalimentari straniere stanno caldeggiando, rappresenta sia la quantità contenuta nel prodotto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale sia la quantità proporzionata di assunzione giornaliera da non superare per un’alimentazione sana.

Traffic Light

Il sistema a “semaforo” adottato nel Regno Unito ripropone il codice a colori che indica se il prodotto è ad alto, medio o basso contenuto di grassi, grassi saturi, sale e zuccheri e quanta energia fornisce. L’etichetta fornisce anche informazioni sulla quantità di nutrienti contenuta in una singola porzione.

Keyhole Logo

Introdotto nel 2009 da Svezia, Danimarca e Norvegia, il sistema a “buco della serratura” stabilisce una serie di criteri per 33 categorie di prodotti. Il sistema privilegia i prodotti alimentari delle stesse categorie che contengono meno zuccheri e sale, più fibre e cereali integrali e meno grassi rispetto agli altri. Particolare attenzione è rivolta ai prodotti a base di cereali che devono contenere una certa quantità di cereali integrali per poter esporre il logo.

NUTRI-SCORE VS. NUTRINFORM

Negli ultimi mesi il dibattito scientifico e politico ha coinvolto i due principali modelli in competizione: Nutri-score e Nutrinform. Nonostante l’iniziale rapida diffusione nel mercato europeo del primo, il sistema a semaforo rivela le numerose falle. La classificazione è semplicistica e sempre più ricercatori evidenziano come non esistono evidenze scientifiche a favore dell’esistenza di nutrienti buoni o cattivi in senso assoluto, ma solo in relazione alle proporzioni consumate quotidianamente e di cui l’algoritmo non tiene conto. 

Nutri-score non fornisce un’informazione corretta al consumatore né indicazioni su una dieta alimentare equilibrata. L’equilibrio nutrizionale va ricercato complessivamente tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera, mentre l’algoritmo di Nutri-score si basa su 100 grammi di prodotto e non sulle porzioni consumate, penalizzando con classificazioni basse i nutrienti assunti normalmente in piccole quantità come l’olio d’ oliva (che ottiene lo stesso punteggio della Colza: Categoria C) e altri alimenti cardine della dieta mediterranea (prosciutto di Parma, parmigiano reggiano, grana padano, mozzarella di bufala etc…). 

Dai principali Paesi ambasciatori della dieta mediterranea, Italia e Spagna, si sono levati forti attacchi all’etichetta francese, tanto che dopo diversi dietro front del governo spagnolo sull’introduzione di Nutri-score, il Ministro dell’Agricoltura, Luis Planas si è dichiarato contrario alla sua adozione visti i danni irragionevoli e gravissimi che provocherebbe al settore agroalimentare spagnolo, mentre il Partito Popolare e Vox hanno presentato una proposta di legge per congelare l’adozione del sistema in Spagna. 

L’Italia ha invece proposto il sistema Nutrinform come alternativa. Diverse voci di categoria hanno evidenziato i danni che provocherebbe al mercato e ai produttori. A cominciare dal Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, che ha definito “inaccettabile” Nutri-score. Per il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini le distorsioni causate dall’etichetta metterebbero in pericolo oltre 46,1 miliardi di esportazioni agroalimentari italiane del 2020. Un ostacolo allo sviluppo che colpirebbe circa l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp).

COSA SUCCEDERÀ

Lo scorso 16 marzo oltre 270 scienziati e associazioni provenienti da 34 paesi europei, guidati dall’ideatore di Nutri-score Serge Hercberg, hanno firmato una petizione per chiedere alla Commissione l’adozione dell’etichetta a livello europeo. Al contempo i Paesi che hanno già adottato il sistema hanno creato un organismo di coordinamento per la sua diffusione di all’interno dei singoli mercati.

Nonostante la Commissione Europea abbia già valutato la conformità del sistema alla legislazione UE, il dibattito è in corso e non si esclude che alla luce degli studi scientifici che dimostrano l’inadeguatezza di Nutri-score, Bruxelles decida di optare per il Nutrinform italiano. 

Di altro avviso anche l’Organo consultivo delle Regioni UE che si è espresso a favore di un’etichetta ad hoc per gli alimenti della dieta mediterranea, penalizzata da Nutri-score. Anche l’Eurodeputato greco Emmanouil Fragkos ha chiesto alla Commissione di valutare una compensazione per i prodotti mediterranei danneggiati. Un’altra proposta sul tavolo, infine secondo indiscrezioni, potrebbe essere quella di un QR code da inserire sulle etichette e che rimandi a dettagliate informazioni nutrizionali.

Quale che sia la formula grafica più opportuna per fornire gli strumenti di conoscenza necessari al consumatore per l’elaborazione di scelte consapevoli, salutari e sostenibili, sembra necessario un ritorno a una visione di prospettiva, che prima degli algoritmi, si fondi sull’equazione che esiste tra gli ingredienti di una nutrizione sana, equilibrata e di cui l’etichetta Nutri-score, al contrario di Nutrinform, è totalmente sprovvista.