Il Museo dell’Aquila: Un’Occasione Perduta?Abbracciare la complessità per un domani più sostenibile.
- 25 May 2021
- Posted by: Competere
- Categories: highlights, News, Smart Village
Nell’ambito del recupero del patrimonio storico, artistico e culturale dell’Aquila duramente colpito dal terremoto del 2009, il 19 dicembre dell’anno scorso è stato inaugurato, dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, il nuovo Museo Nazionale d’Abruzzo (MUNDA) negli spazi temporanei dell’ ex Mattatoio in attesa della sua ricollocazione nella sede naturale del Castello cinquecentesco tuttora in fase di restauro.
L’IMPORTANZA DEL MUNDA
Il Museo doveva rappresentare una componente qualificante del Progetto pilota strategico “Poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno” (Mumex) per la valorizzazione dei ricchezze culturali di tale area.
Il Progetto pilota prescelto per il MUNDA doveva mettere a sistema le componenti culturali del territorio abruzzese attraverso una rete di realizzazioni museali ottenuta anche mediante l’utilizzo degli strumenti più avanzati della tecnologia informatica e multimediale. Il Progetto doveva essere caratterizzato, quindi, da un alto contenuto di innovazione tecnologica e da una avanzata strategia di comunicazione, che si prevedeva potesse essere successivamente facilmente trasferibile nella sede storica del Castello Cinquecentesco.
Inoltre nel Progetto, oltre alle indicazioni tecniche per il consolidamento antisismico dell’edificio, erano state inserite linee guida per la collocazione e protezione antismica delle opere.
Chi aveva ideato il Progetto originario, approvato e prescelto dal Ministero, deve rilevare che allo stato attuale alcune parti qualificanti sono state realizzate in maniera difforme e molte altre, egualmente importanti, attendono di essere completate.
LE CRITICITA’ DEL MUNDA
Pur comprendendo il meritorio desiderio di aprire comunque il Museo, non si può non rilevare come in più sale, gli allestimenti e la collocazione delle opere siano differenti da quelli previsti nel progetto originario con conseguenze negative sia per quanto attiene alla conservazione delle opere che per la loro migliore fruizione da parte dei visitatori; infatti il sistema di illuminazione delle opere ed il controllo del “microclima” delle sale espositive appaiono estremamente carenti.
Quanto poi alle parti del Progetto originario non ancora completate, in particolare quelle relative alla comunicazione ottenuta con strumenti informatici e multimediali, si ravvisa l’esigenza di adeguati, ulteriori finanziamenti che ne consentano una sollecita istallazione:
L’approntamento di guide digitali multilingue, utilizzabili tramite Ipad o palmari/cellulari di terza generazione, una rete Internet di collegamento alla città e al territorio con particolare riguardo al sistema scolastico e universitario locale, l’allestimento di spazi immersivi, di “totem multimediali” aventi la funzione di esaltare gli elementi fondamentali delle varie sezioni, soprattutto i laboratori didattici per i giovani, sono gli strumenti di comunicazione essenziali per affermare la funzione identitaria e di aggregazione di una Storia comune che il Museo deve avere e, solo con il loro completamento il Museo sarà in grado di corrispondere alle finalità per le quali è stato ideato ed approvato: uno spazio dinamico di sperimentazione, di incontro, di elaborazione di esperienze rivolto in primis agli Aquilani.
LE CONSEGUENZE DEL TERREMOTO DEL 2009
Il terribile terremoto del 6 aprile 2009 ha colpito la città dell’Aquila, il suo Centro Storico provocando danni gravissimi ai suoi monumenti ed al suo tessuto edilizio sconvolgendone la vita.
Tra i Monumenti più danneggiati vi era il “Castello” Cinquecentesco, il Forte Spagnolo che, oltre agli uffici della Soprintendenza,ospitava dalla fine degli anni ’40, anche il Museo Nazionale d’Abruzzo con le sue importantissime collezioni.
Le opere, in gran parte danneggiate, furono ospitate nelle altre sedi della Soprintendenza nel territorio (tra cui il Centro di Restauro del Nuovo Museo delle Paludi di Celano) in attesa del restauro del Castello; nel contempo fu deciso di ospitare ed esporre una selezione delle opere più significative della collezione nella sede dell’ex Mattatoio Comunale, un edificio danneggiato anch’esso dal sisma e non usato da anni, assegnato dal Comune in comodato trentennale gratuito al MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo).
L’edificio progettato da un ingegnere Comunale, il marchese Alessandro Vastarini Cresi venne inaugurato nel 1883 (prima di quello Romano al Testaccio), rimanendo in funzione per più di un secolo e subendo, in ragione di questa sua lunga utilizzazione, notevoli modifiche ed aggiunte.
UN PASSO IN AVANTI PER LA CULTURA
L’apertura del Museo Nazionale d’Abruzzo all’Aquila denominato MUNDA non può essere che accolta con gioia poiché il Museo rappresenta valori simbolico-identitari di particolare pregnanza e nel contempo viene restituito un luogo di cultura ed arte ad una città depauperata di spazi di aggregazione e socializzazione. Come progettista incaricato dell’allestimento museografico tuttavia mi sento in obbligo di sottolineare ed evidenziare molte discrepanze, tra la soluzione a suo tempo proposta e la realizzazione della stessa che presenta non pochi punti problematici
Il mio intervento non nasce da motivi di “orgoglio professionale” ma da un atto di responsabilità perché ritengo che le problematiche che esporrò potrebbero costituire un momento di seria riflessione comune, di interesse sia per il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo (ancor di più dopo la recente riforma che ha inteso tra l’altro valorizzare le strutture museali) che più in generale per chi si occupa di Politiche Culturali ed opera nel campo Museale e nello stesso tempo, dare utili indicazioni per la completa valorizzazione delle opere nel Museo nel rispetto di corrette indicazioni legate alla loro conservazione e la piena fruizione del pubblico.
PATRIMONIO CULTURALE COME EMBLEMA DELLO SVILUPPO
Il progetto è stato presentato a Roma il 10 novembre 2010 nell’ambito del Convegno “Opere per lo sviluppo: il Patrimonio Museale del Mezzogiorno” in cui si presentavano i risultati del Progetto Poli museali di eccellenza, verso la creazione di sistemi culturali territoriali nel Mezzogiorno, il Mumex.
Il patrimonio culturale e museale, deve essere giustamente considerato non solo come emblema delle identità del Paese e dei territori, ma anche come fattore decisivo di sviluppo se unito alla valorizzazione e alla potenzialità attrattiva dei luoghi.
Autore dell’articolo arch. Gianni Bulian, già soprintendente BAAAS d’Abruzzo