Big Data, il Futuro delle PMIL'idea di Benedetta Fiani
- 18 April 2017
- Posted by: Competere
- Category: News
Innovazione. Ne parliamo di continuo, dimenticandoci che spesso il progresso teconlogico non si traduce in vera innovazione.
Prendiamo le startup. Nonostante il grande entusiasmo che le circonda e il sostegno della politica e delle grandi imprese, per molti imprenditori tradizionali, le startup restano una bolla tra moda e speculazione mediatica. Non è una considerazione del tutto campata in aria, ma così facendo rischiamo di perdere un’importante opportunità di confrontarci con nuovi modi di competere sul mercato e di riconfigurare il mercato stesso.
Cosa accadrebbe se provassimo a fare a meno dei capitali di ventura? Da più parti si invoca incessantemente l’intervento di fondi ed investimenti istituzionali, strizzando l’occhio all’aiuto pubblico. Professionisti e PMI potrebbero, invece, imparare a rubare idee da altri settori, dalle giovani startup, riconfigurando intuizioni acerbe per farle proprie ed integrarle con l’esperienza maturata di chi fa impresa da anni.
Il vero elemento di cambiamento è il dato. Anche le piccole imprese possono disporre, senza costi eccessivi, e con relativa facilità di gestione, di dati notevoli. Diventa, quindi, una competenza strategica la capacità di identificare, gestire ed analizzare i dati per creare valore nei processi di business. Ed è una capacità che si dimostra sempre più necessaria alla luce dei rilevanti cambiamenti a cui sono soggetti i mercati di riferimento.
Ma il vero problema è che ci vuole coraggio.
L’imprenditore medio è stato abituato a muoversi all’interno di margini ristretti, dati dalle ridotte dimensioni dell’impresa, da un mercato sostanzialmente statico e protetto, per questo oltre alla creatività, all’intuito e all’esperienza è necessario una migliore base informativa sui clienti, i concorrenti i prodotti e i servizi, altrimenti il rischio è di venir tagliati fuori da un mercato profondamente cambiato e che non viene compreso. Bisogna parlare anche e soprattutto di questo quando si parla di innovazione, per definire dei percorsi di consapevolezza che aiutino le PMI e gli imprenditori a sentirsi meno soli davanti alle sfide che li attendono.
La tecnologia non sempre fa innovazione. L’innovazione è soprattutto implementazione organizzativa, introduzione di nuovi processi che valorizzino e sfruttino una tecnologia che altrimenti diventa effimera. Non è divertente né entusiasmante, anzi, è faticoso, perché innovare significa mettere in discussione realtà consolidate e modificare equilibri ben rodati. Ma innovare è necessario ed è meglio farlo subito e cogliere il vantaggio di farlo per primi.