Cina-UE: Un Nuovo Inizio?L'IDEA DI STEFANO SARTORIO

Dopo 7 anni di colloqui, il Comprehensive Agreement on Investments ha ricevuto la benedizione delle diplomazie europee e di quella cinese. La ratifica congiunta è ancora lontana trattandosi di una intesa di principio, ma ciò non toglie che l’accordo in questione rappresenta un punto nodale per le relazioni tra l’UE e la Cina.

Il presidente Xi Jinping ha definito l’accordo politico sul Comprehensive Agreement on Investment (CAI), raggiunto il 30 dicembre 2020, “vantaggioso ed equilibrato”. Secondo quanto comunicato dalla Commissione Europea, l’intesa servirà a riequilibrare le relazioni economiche tra i due soggetti cancellando tutti gli accordi bilaterali siglati dai singoli paesi dell’UE. È necessario capire nel concreto come questa rinnovata intesa possa beneficiare le imprese di entrambi i paesi, assicurando crescita reciproca. Il testo dell’accordo – ancora provvisorio – richiede l’approvazione del Parlamento Europeo e, anche in caso affermativo, il processo di traduzione e ratifica potrebbe durare ulteriori mesi.

PERCHÉ È IMPORTANTE

Il concetto alla base del CAI è quello di garantire accesso alle imprese europee, in termini di investimenti, a settori dell’economia cinese finora off limit o parzialmente accessibili solo tramite joint ventures. Inoltre, viene richiesta la massima trasparenza in materia di sussidi statali ad entrambe le parti. Le aziende pubbliche cinesi saranno tenute a rispettare gli standard ambientali e di lavoro internazionali. Sono anche previste regole chiare contro il trasferimento forzato di tecnologia e l’appropriazione di informazioni confidenziali.

L’ACCESSO AL MERCATO DELLA CINA

L’accordo presenta una serie di settori aperti agli investimenti europei. Si tratta quasi interamente di una conferma delle precedenti aperture della Cina sotto l’egida della World Trade Organization (WTO). Questo è il frutto di un modello in cui la Cina prima fa concessioni transazionali caso per caso, seguendo un bisogno specifico o come parte di una strategia negoziale più ampia, e successivamente stabilizza la concessione anche ad altri partner o enti. Prima bilateralmente e poi multilateralmente. Secondo quanto riportano gli esperti, la Cina ha ottenuto un importante apertura per quanto riguarda la distribuzione di energia all’ingrosso e al dettaglio.

PARITÀ DI CONDIZIONI

Oltre all’apertura di differenti mercati, il CAI pone come secondo pilastro quello del “level playing field” o della parità di condizioni in materia di imprese statali, di sussidi e di impegni relativi allo sviluppo sostenibile. L’accordo impedisce alla Cina di ritirare le concessioni verso imprese estere e la obbliga a estenderle ad altri partner internazionali (clausola della nazione più favorita). Inoltre, un’altra concessione è quella del trattamento nazionale, che secondo le regole della WTO è obbligatorio per le merci ma non per i servizi. Questo si riferisce in particolar modo alle imprese statali, che non sono più autorizzate, se non nel loro ruolo pubblico, a discriminare in base alla nazionalità favorendo quindi le realtà autoctone.

SPAZIO ALLA SOSTENIBILITÀ

Terzo pilastro dell’accordo, include disposizioni su lavoro, clima, responsabilità sociale delle imprese (CSR). Questa parte è stata molto criticata dai media e dai commentatori per la scarsa propensione dei negoziatori europei nel porre delle vere e proprie scadenze o meccanismi di controllo, lasciando sostanzialmente alla Cina ampia discrezione. Il CAI in questo senso riesce, seppur modestamente, ad aprire un dialogo ufficiale, come riporta l’Institute Mointaigne sul tema.

UN ACCORDO DEPOTENZIATO?

L’accordo ora dovrà passare l’approvazione formale del Consiglio Europeo e il vaglio del Parlamento dove probabilmente incontrerà resistenze anche connesse alle previsioni relative alla tutela dei lavoratori (aggravate dalla situazione in Xinjiang). L’Unione Europea in questi successivi mesi dovrà saper sfruttare la nuova opportunità data da una amministrazione americana più dialogante in tema di accordi multilaterali, cercando nuovi strumenti per fare ulteriori pressioni sul gigante asiatico.

Molti dei successi raggiunti rimangono comunque parziali, in quanto diverse aperture “concesse” dalla Cina riguardano trend già in essere e non davvero innovativi. Sarà necessario che l’approvazione dell’accordo da parte delle autorità europee competenti rispecchi anche una maggiore forza negoziale in futuro da parte dell’Unione Europea. Il suo obiettivo è anche quello convincere il mondo che il Dragone è un partner affidabile e rispettoso di tutti gli aspetti presenti nell’accordo, definendo più chiaramente i contorni di quello che il “level playing field” significa per gli interessi europei.

Image credit to IngramPinn

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