Come recuperare i borghi abruzzesiAbbracciare la complessità per un domani più sostenibile.
- 12 May 2021
- Posted by: Competere
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Una proposta di recupero dei bellissimi borghi della Regione Abruzzo potrebbe partire dalla zona della provincia di Pescara e da quella dell’Aquila. Da questi due casi rilevanti si potrebbe sperimentare un rilancio economico e sociale dopo il sisma del 2009.
CARATTERISTICHE DI PESCARA E L’AQUILA
– Il pescarese
A partire dall città di Pescara all’interno lungo la valle fluviale, fino all’area omogenea 5 definita in seguito al sisma del 2009 e che comprende i comuni di Brittoli, Bussi, Cugnoli, Civitella Casanova, Montebello di Bertona, Ofena, Popoli.
– L’Aquilano
In una prospettiva di ecosistema integrato tra il capoluogo e i borghi di prossimità. La strategia dello sviluppo sperimentata e messa punto nei due casi sopra citati dovrebbe essere successivamente essere applicata e portata a regime nelle altre realtà territoriali dell’Abruzzo, e più in generale anche negli altri contesti territoriali adriatici che sono riconducibili ai due casi-pilota.
Nel primo caso, il principale tema di riferimento sarà lo sviluppo sostenibile in chiave green, curando in particolare il rilancio dello sviluppo per i centri interni colpiti dal terremoto da ricondurre dove possibile ad un un macro-contratto del fiume Pescara. Nel secondo caso, il tema diventa lo sviluppo sostenibile e policentrico assistito dalle tecnologie digitali, avvalendosi in particolare delle competenze del Gran Sasso Institute.
LA VALLE DEL PESCARA
In linea di principio è opportuno disporsi all’ascolto dei Comuni e della Regione per individuare le priorità dei temi-progetto percepite istituzionalmente. Ai fini operativi immediati si possono riprendere i Progetti pilota contenuti nei piani di ricostruzione vigenti, almeno quelli ancora non attuati, da potenziare per i loro effetti ai fini dello sviluppo green (si veda A.Clementi, M.Di Venosa, Pianificare la ricostruzione. Sette esperienze dall’Abruzzo, Marsilio, 2012).
Più in generale si dovrebbe muovere da una nuova visione territoriale dello sviluppo green incardinata sulla tutela e valorizzazione del fiume Pescara, da Pescara a Popoli, assumendo il fiume come matrice di infrastrutturazione green che diffonde i suoi effetti all’acqua, all’energia, al verde e all’aria e all’ambiente, alle percorrenze slow alternative all’uso dell’automobile.
Un momento importante della strategia prefigurata riguarda la velocizzazione della tratta ferroviaria Pescara-Popoli, da tempo in discussione e indispensabile per dare vita al sistema territoriale integrato della valle, imperniato sul fiume e sul corridoio di mobilità.
Questo progetto vede come protagonisti la Regione, i Comuni della valle, e in particolare il Comune di Pescara, con l’obiettivo di superare l’angusta frammentazione dei poteri amministrativi ereditata dalla concezione ottocentesca della amministrazione pubblica.
LA CINTURA AQUILANA
Anche nel caso del cratere aquilano è indispensabile muovere all’ascolto dei Comuni e della Regione per individuare le priorità dei temi-progetto percepite istituzionalmente anche a seguito dell’intenso dibattito trascorso e all’ingresso di Legnini come nuovo coordinatore per la ricostruzione.
Anche in questo caso, non potendo contare troppo sui piani di ricostruzione esistenti, purtroppo concepiti in generale come semplici piani urbanistici, potrà essere necessario introdurre una nuova visione territoriale per lo sviluppo. In questa prospettiva si tratta ad esempio di riprendere una logica di sviluppo policentrico ereditata dalla storia locale e arricchirla di nuovi contenuti dettati dalla priorità digital + green stabilita in Europa.
L’ECOSISTEMA A METABOLISMO BILANCIATO
Ad esempio si può prefigurare un ecosistema a metabolismo bilanciato, regolato da un sistema di sensori gestiti da algoritmi complessi, con l’obiettivo di istituire un territorio urbano zero-carbon fortemente attrattivo per chi vuole vivere in un ambiente urbano disinquinato, dove tutto è accessibile pedonalmente entro 20 minuti. Anche in questo caso deve essere rafforzato l’accesso ferroviario dall’esterno de L’Aquila, ma anche i percorsi interni che collegano la stazione con i principali attrattori urbani.
Naturalmente questa prospettiva va condivisa in sede regionale e comunale, almeno L’Aquila. Però si possono intanto avviare concretamente i primi passi, mettendo a punto il sistema digitale per la gestione dell’ecosistema urbano e per realizzare le prime opere (percorsi) che sono necessarie a ridurre il traffico automobilistico.
Autore dell’articolo dott. Alberto Clementi