Con la Tav Milano può aspirare a diventare un centro globale
Milano è il nodo principale di una rete di collegamenti veloci, con il cuore ed il cervello che sono diffusi in tutta l’area metropolitana e oltre, con un bacino di 9 milioni di abitanti. L’articolo di Pietro Paganini pubblicato sul numero di gennaio di Start Magazine
Il Commento editoriale del nostro Presidente, Pietro Paganini, per Policy Maker del 3 Febbraio 2019 riguardante la TAV e il futuro globale della cittá di Milano. Ecco un estratto dell’articolo:
L’Italia si sta accorciando. Le linee ferroviarie ad alta velocità hanno radicalmente ridotto i tempi di spostamento e hanno aumentato il confort di chi viaggia. Il Paese è attraversato da proiettili ad alto contenuto tecnologico che stanno modificando gli usi e i costumi degli italiani e proiettando il nostro Paese tra i più avanzati nel settore dei trasporti. I mezzi di trasporto sono insieme ad internet e alle più contemporanee tecnologie della comunicazione e dell’informazione, in particolare quelle digitali, il motore di questo villaggio globale che sta coinvolgendo anche l’Italia, nonostante le resistenze di una parte dei cittadini.Le tratte che collegano Milano a Bologna e Torino, sono significative.
LA MILANO DI OGGI
Questa è la Milano di oggi. Dobbiamo smettere di considerarlo il piccolo Comune di un milione e trecentomila abitanti tutti propensi al banking, al design e al fashion. Questa è la Milano chic, del Centro, della Zona Uno, la parte creativa e intellettuale. È una boutique che non può quantitativamente competere con le grandi metropoli globali. Infatti, la città meneghina non è tra le prime venti città globali, nonostante nei settori appena presentati sia la regina indiscussa. Non può competere con le rivali europee di Londra e Parigi, per non menzionare New York City e Chicago, o gli astri nascenti Dubai e Shanghai, o le emergenti Jakarta, Kuala Lumpur, Mexico City. La concorrenza c’è e diventa più aggressiva se consideriamo l’ambizione di altre città del Sud America, Bogotá per esempio. Milano rischia di limitarsi ad essere la più bella tra le sorelle minori, limitandosi al confronto con Amsterdam, Barcellona, Berlino e Madrid, e snobbando Bruxelles, Copenaghen e Stoccolma.
L’IMPORTANZA DI TAV
La Tav e l’articolata rete dei trasporti che collegano il capoluogo milanese ad oltre 9 milioni di persone, sono lo strumento che consentirebbe a Milano di fare il salto nella categoria superiore: diventare una città globale. In questa ottica di città metropolitana allargata, Milano, sarebbe unica. Metropoli agricola, manifatturiera, dei servizi, e creativa. Settori industriali che hanno oggi un comune denominatore: il digitale e l’automazione. La città del turismo perché ricca di eventi, ma anche la metropoli dei luoghi meravigliosi ed eterogenei, le Alpi, le colline, i laghi, i borghi, la storia. Soprattutto la metropoli i cui quartieri sono le città di provincia, produttive e splendide. Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Mantova, Verona, Brescia e Bergamo, rappresentano i nodi chiave della futura metropoli milanese che si distinguerebbe dalle altre per la sua diversità e la ineguagliabile sostenibilità di una mega città che si estende per centinaia di chilometri tra centri urbani, aree industriali e commerciali, coltivazioni intensive, borghi e luoghi dell’arte e della cultura. Dovremmo prendere atto di questa trasformazione che è poi un’opportunità storica che non minimizza le peculiari tradizioni del territorio assoggettandole al dominio della grande città, ma le integra, in un insieme complesso di differenze che potenziano esponenzialmente la capacità attrattiva di Milano e delle sue singole parti. Modena, Parma, Mantova e Verona, per esempio, sono mete industriali e turistiche, tra loro in concorrenza. Nel contesto della Milano metropolitana giocherebbero nella stessa squadra, lotterebbero per un posto tra i titolari, ma beneficerebbero del gioco comune. Si supererebbe così la paura di coloro che alla città metropolitana incolpano la morte della diversità locale a vantaggio della standardizzazione globale, da cui la contrapposizione tra glocalizzazione e globalizzazione.