Contro la deforestazione l’UE non può agire da sola

Il Parlamento europeo ha votato (377 voti a favore, 75 contrari, 243 astenuti) per l’adozione di una relazione che contiene una serie di raccomandazioni per la Commissione Europea al fine di terminare l’impatto negativo della filiera europea sulla deforestazione. La Commissione europea e il Parlamento europeo vogliono introdurre leggi per prevenire l’importazione di prodotti la cui produzione è accusata di causare la deforestazione e lo sfruttamento dei lavoratori. Attraverso il suo potere di iniziativa, il Parlamento si è posto di supporto alla Commissione che potrà dare vita ad un nuovo sistema legislativo in materia. 

Questa decisione da parte degli organi europei di perseguire una strategia verso una filiera sostenibile non è una novità. La Commissione europea ha già messo in moto una serie di azioni che muovono verso questo obiettivo. Lo European Green Deal e la Farm to Fork strategy sono i due schemi che strutturano ad oggi la strategia europea per un futuro sostenibile. La Commissione ha anche indetto una consultazione aperta a tutti i portatori di interesse proprio in materia di deforestazione e degradazione forestale. L’obiettivo è valutare l’idoneità di una serie di misure che vadano ad influenzare maggiormente la domanda dei prodotti al fine di contrastare la deforestazione.

COSA CONTIENE IL REPORT?

“Abbiamo bisogno di un quadro giuridico europeo per evitare che prodotti che causano degrado naturale e violazioni dei diritti umani finiscano sul mercato europeo” sostiene Delara Burkhardt’s (S&D), la deputata tedesca che ha presentato al parlamento la relazione che  propone una regolamentazione per garantire trasparenza e certezza:

–       ai prodotti di base oggetto della proposta e i loro prodotti derivati commercializzati nel mercato interno dell’Unione;

–       alle pratiche di approvvigionamento di tutti gli operatori economici attivi nel mercato interno dell’Unione;

–       alle pratiche di produzione degli operatori economici che raccolgono, estraggono, forniscono e trasformano i prodotti forestali e i prodotti di base con un rischio per l’ecosistema (FERC) o che producono prodotti derivati da questi ultimi nel mercato interno dell’Unione. 

Inoltre, tutti gli operatori economici dovrebbero avere il diritto di immettere legalmente sul mercato dell’Unione i FERC e i prodotti derivati solo quando sono in grado di dimostrare che:

–       non provengono da terreni ottenuti dalla conversione di foreste naturali o di altri ecosistemi naturali;

–       non provengono da foreste naturali e da ecosistemi naturali in degrado;

–       non sono prodotti in violazione dei diritti umani.

L’obiettivo è quello di chiedere agli operatori economici di assicurarsi che lungo la loro catena di approvvigionamento si rispettino i principi contenuti nel report. Sono inoltre proposti diversi strumenti sanzionatori in capo agli Stati, di carattere civile e penale.

QUALI CONSEGUENZE?

Una regolamentazione in materia di deforestazione con un impatto diretto sul commercio di beni nel mercato unico influenzerà radicalmente le filiere produttive il cui punto finale sono i consumatori europei. I prodotti che vengono notoriamente importati in Europa potrebbero subire forti contraccolpi. Per questa ragione, è fondamentale che quanti più soggetti attivi lungo la filiera, compresi governi e ONG, partecipino a questa consultazione.

Alcuni dei prodotti che saranno sicuramente posti sotto osservazione sono soia, mais, olio di palma, carne, cacao, caffè e noci, cuoio, gomma, legno e cellulosa.

Le aziende e i settori industriali sono chiamati a rispondere a questa sfida. Tuttavia, occorre che l’Europa promuova un approccio multilaterale. Commissione e Parlamento non devono imporre ad aziende e governi stranieri regole e prassi che non tengono conto delle diverse esigenze di ciascuno (sociali, economiche, di sviluppo, etc.). Cosi facendo si rischia di forzare l’esclusione di queste aziende e governi, i quali si sposteranno verso altri mercati meno sensibili alla questione della deforestazione e della sostenibilità, isolando l’Europa sia dal punto di vista politico che economico. Così facendo si fallisce l’obiettivo. Perdendo il potere di influenzare il mercato globale  la UE perderebbe così anche la leadership ambientale che per ora sembra essere solo sulla carta. 

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