Da Tim a RdC – Superando la demonizzazione del privatoL'idea di Stefano Cianciotta

Nelle ultime settimane abbiamo più di una ragione per essere ottimisti. L’Opa del fondo americano Kkr su Tim e la discussione in atto sulla necessità di dare un ruolo operativo alle Agenzie per il Lavoro nella attuazione del Reddito di Cittadinanza, sono il segnale di un lento ma continuo superamento della demonizzazione del privato e di dieci anni di cultura antindustriale, che non solo hanno contratto all’inverosimile gli investimenti privati, ma hanno compromesso la reputazione internazionale del Paese.

IL SISTEMA ITALIA

Ai deficit cronici del Sistema Italia (giustizia amministrativa lenta, Pa poco competente, livello di corruzione alto, criminalità organizzata) si era aggiunta una pericolosa deriva contro il privato, che sembrava avere avuto il suo momento più alto con il crollo del Ponte Morandi. Al contrario, invece, l’ostinazione dell’allora Governo Conte di procedere alla revoca della concessione, mai avvenuta, e la pandemia, hanno consentito una discussione più franca sul rapporto pubblico/privato, ed evidenziato limiti e condotte errate di entrambi. Come dimostrano anche gli interessi dei Fondi immobiliari, nel mondo invece c’è voglia di Made in Italy. Sostenere il privato, in un momento nel quale la pandemia ha nei fatti reintrodotto gli investimenti pubblici nell’economia, significa dare anche una forte evidenza al contributo potenziale degli investitori anche nella attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

IL REDDITO DI CITTADINANZA

L’Italia, infatti, non può rinunciare all’intervento del privato, che è fondamentale, come abbiamo visto ad esempio proprio nella attuazione del Reddito di Cittadinanza, che senza le Agenzie per il Lavoro resta una misura monca, che non crea lavoro, ma produce solo assistenzialismo. Solo il 2% dei percettori del Reddito, infatti, hanno trovato una occupazione, una percentuale troppo bassa se confrontata con l’impegno economico profuso (6 miliardi di euro all’anno). E non poteva essere altrimenti considerata la scarsissima propensione dei Centri per l’Impiego a favorire l’intermediazione tra la domanda e l’offerta di lavoro, e l’inadeguatezza dei Navigator, che sono stati mandati allo sbaraglio, senza avere alcuna possibilità di incidere su un mercato nel quale invece le Agenzie per il Lavoro svolgono da oltre venti anni un servizio fondamentale non solo per il privato ma anche per il sistema pubblico.

Il Reddito si sta sperimentando con successo anche nella Silicon Valley, e non è pertanto una novità nel panorama internazionale. In Italia, purtroppo, non è stato interpretato e valorizzato nella sua componente di ausilio e di accompagnamento dei disoccupati all’ingresso nel mercato del lavoro. I Lavori Socialmente Utili, a metà degli anni Novanta, hanno determinato un impatto culturale decisamente migliore, perché consentivano a chi non aveva un lavoro di cominciare ad essere occupato acquisendo anche una competenza.
 
Il Reddito, invece, ha svolto un ruolo utile per sostenere gli indigenti perché ha evitato che il disagio esplodesse in tensioni sociali, ma non ha creato assolutamente lavoro. Ma a conti fatti il bilancio è davvero magro.

Join Our Community and Stay Up to DateSign up to receive weekly updates, thoughtful ideas, and exclusive invitations

SEARCH IN OUR NEWS

LATEST NEWS