Economia Digitale, l’Italia Ferma al Doppino

L’idea di Competere

Digitalizzazione, l’Italia, è quarta tra i Paesi UE. Partendo dal basso. Peggio di noi solo Grecia, Bulgaria e Romania. In verità, il DESI Index indicatore che misura la transizione al digitale nell’economia e nella società, pubblicato dalla Commissione Europea, registra un miglioramento del nostro Paese per quanto riguarda la connettività. Ma restano scarse le competenze digitali, l’utilizzo di internet e la digitalizzazione della PA. L’indice viene calcolato tenendo in considerazione:

– Connettività;

– Capitale umano;

– Utilizzo di internet;

– Digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici.

Connettività. Nonostante qualche lieve miglioramento, grazie all’aumento della copertura delle reti NGA (72%) e dell’utilizzo della banda larga (2%), l’Italia si trova al 24simo posto. Se l’obiettivo è portare Internet a 100 Mbps in tutte le case e coprire le aree urbane con il 5G entro il 2025, siamo ben lontani dal raggiungerlo. La banda ultralarga deve rimanere la priorità, attraverso investimenti sia pubblici che privati per garantire una gestione efficace ed efficiente dei fondi erogati.

Capitale Umano. La scarsa competenza digitale degli italiani rimane il vero tallone d’Achille dell’economia digitale italiana. Appena il 44% degli italiani ha competenze minime di base, a fronte di una media europea che supera il 56%. Il lavoro c’è ma non si vede, infatti il 22% dei posti di lavoro rimangono scoperti per mancanza di candidati. Inoltre se si confrontano le statistiche universitarie si scopre che l’Italia è fanalino di coda per il totale di giovani laureati in materie relative all’economia digitale (33% contro una media comunitaria del 60,5%).

Utilizzo di internet. Altro nodo dolente. Le attività online effettuate dagli italiani sono di gran lunga inferiori alla media europea, tanto da posizionarci al penultimo posto nella classifica. Esempio emblematico dell’aridità dell’ecosistema innovativo italiano: nel mondo aumenta il numero di startup dedicate al fintech, muovendo un mercato per oltre 25 miliardi di dollari, mentre sempre meno italiani utilizzano le semplicissime piattaforme di online banking.

Digitalizzazione delle imprese. Eccezion fatta per le PMI, ancora scarsamente digitalizzate,il 30% delle imprese italiane utilizza la fatturazione elettronica, percentuale di molto superiore rispetto alla media europea del 18%. Stona lo sforzo delle imprese a perseguire la trasformazione abilitante alle tecnologie digitali, con importanti risultati, mentre il governo si muove nella direzione opposta: sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione abbiamo perso 4 posizioni in un anno (dal 17^ posto al 21^) e il miglioramento, lieve, nell’ambito degli open data non è sufficiente a compensare i problemi di efficienza e di utilizzo dei servizi pubblici, su cui abbiamo uno tra i peggiori posizionamenti in Europa. Esattamente un gradino sopra la Grecia ed uno sotto la Croazia.

Messi a confronto, i risultati ottenuti dall’Italia negli ultimi anni non si discostano molto da quelli degli altri Paesi. I timidi passi in avanti evidenziano scelte innovative che si muovono nella direzione giusta, ma rimane un dato di fatto: ciò che penalizza l’Italia è il punto di partenza.

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