EUDR: le nostre imprese non possono aspettareDI PIETRO PAGANINI
- 1 April 2025
- Posted by: Competere
- Category: Lidea

Per innovare e restare competitive, le imprese italiane hanno bisogno di regole chiare e tempi certi. È per questo che, in audizione alla XIV Commissione Politiche dell’UE della Camera, ho sollecitato il Parlamento a recepire al più presto l’European Union Deforestation Regulation (EUDR). Nel resto d’Europa, le imprese si stanno già preparando: testano i nuovi criteri e si attrezzano per rispettare le scadenze. La deadline del 30 dicembre 2025 si avvicina. Il tempo stringe anche per l’Italia.
SOSTENIBILITÀ E SFIDE PER LE IMPRESE
L’EUDR punta a un obiettivo ambizioso: azzerare la deforestazione globale entro il 2030, escludendo dai mercati UE sette materie prime strategiche – bovini, cacao, caffè, olio di palma, gomma, soia e legno – se legate a pratiche non sostenibili. Entrato in vigore nel giugno 2023, l’EUDR è stato subito posticipato di un anno dalla stessa Commissione europea, che ha riconosciuto la mancanza di linee guida chiare per imprese e stakeholder.
Il principio è condivisibile, ma senza un’applicazione pragmatica rischia di diventare un freno burocratico, che pesa sulle imprese europee e danneggia i Paesi produttori.
Abbiamo più volte denunciato i limiti di un approccio top-down e uniforme (“one-size-fits-all”), imposto dall’alto su settori molto diversi, senza un vero confronto con chi produce.
Il problema non è solo tecnico, ma geopolitico: l’Europa non può compromettere rapporti commerciali vitali per la sicurezza alimentare e l’autonomia strategica.
Perché l’EUDR funzioni davvero, serve un approccio graduale ed equilibrato, capace di tutelare le foreste senza sacrificare innovazione e competitività.
PERCHÈ AGIRE SUBITO?
Per tutelare e sostenere le nostre imprese, l’Italia deve recepire subito l’EUDR, testarne l’impatto e coinvolgere direttamente i settori interessati.
Il rischio è concreto: i ritardi nell’attuazione stanno già penalizzando le aziende italiane, mentre in altri Paesi – come l’Olanda – istituzioni e imprese collaborano da mesi per trasformare il regolamento in un’occasione di innovazione e crescita. Non possiamo restare indietro.
LE NOSTRE PROPOSTE
Per rendere l’EUDR davvero applicabile e sostenibile, servono azioni concrete e coordinate. Proponiamo tre interventi chiave:
- Tavoli di lavoro per settore, coordinati dall’autorità competente e composti da imprese, associazioni di categoria, ONG e rappresentanti dei Paesi produttori.
- Test operativi lungo le filiere, per individuare e risolvere criticità prima dell’entrata in vigore del regolamento. L’autorità competente deve agire in sinergia con tutti gli attori coinvolti.
- Partnership strategiche con i Paesi produttori, per semplificare la conformità e fare dell’Italia un hub preferenziale per le importazioni sostenibili.
LA LEZIONE DELL’OLIO DI PALMA
Il caso dell’olio di palma dimostra che i regolamenti, se ben applicati, funzionano. Dopo anni di pressioni e attenzione mediatica, i Paesi produttori hanno adottato standard ambientali tra i più avanzati al mondo. Oggi, oltre il 95% dell’olio di palma importato in Italia è certificato “deforestazione-free”, grazie a politiche mirate attuate in Indonesia, Malesia e Guatemala. I risultati parlano chiaro! Tra il 2015 e il 2022:
- Indonesia: -67% di deforestazione;
- Malesia: -57%;
- Guatemala: -81%.
DAL REGOLAMENTO ALL’ATTUAZIONE
L’EUDR è una sfida, ma anche un’opportunità strategica. Serve un approccio proattivo: coinvolgere gli stakeholder, attivare tavoli tecnici, sperimentare sul campo. L’Italia deve agire ora, passare dalla teoria alla pratica e trasformare questa normativa in una leva per la crescita sostenibile.
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