Europa, Allarme SiccitàL'IDEA DI ANTONIO PICASSO

Pochi giorni prima della presentazione del programma di governo della Presidente eletta von der Leyen, 21 governi Ue, compreso quello italiano, hanno scritto una lettera congiunta al Commissario Ue per il Green Deal, Maros Sefcovic, e a quello per il clima, Wopke Hoekstra, per sensibilizzarli sull’emergenza idrica che affligge tutta l’Europa.

Articolo pubblicato su Il Riformista >>> 

Circa il 20% del territorio europeo e il 30% della popolazione versa in una condizione di deficit idrico. Non si tratta solo del cuore della Sicilia o dell’Andalusia in Spagna, aree colpite da un avanzato processo di desertificazione. Il fatto che tra i firmatari del documento ci siano i nomi dei ministri dell’ambiente tedesco, lituano e olandese lascia intendere che siamo di fronte a un fenomeno di carattere continentale.

Ce lo ricorda l’agricoltura, le cui colture stanno cambiando. Belgio e Germania, ma anche l’Inghilterra, sono tornate a produrre vino. E pure di qualità. Questo grazie alle temperature più miti nelle loro campagne. Nel frattempo, frutti esotici quali mango, papaya e guava si stanno adattando a crescere sulle coste del Mediterraneo.

Anche l’industria ci dice che è necessaria più acqua, per i sistemi di raffreddamento degli impianti industriali e per i maxi condizionatori utili a rendere vivibile il lavoro negli stabilimenti. 

SICCITÀ E ALLUVIONI: UN CONTO SALATO PER L’UE

È giusto poi ricordare la siccità di due anni fa e le alluvioni dello scorso sono: fenomeni metereologici estremi a conferma che, sì, è in corso un innegabile cambiamento climatico. Quanto poi questo sia in parte o tutto di origine umana è un altro tema. Ciò non toglie che l’Ue debba mettervi mano. Non fosse altro per i costi economici.

Come si legge nella lettera dei ministri dell’ambiente, solo la siccità costa all’economia europea 9 miliardi di euro all’anno, in termini di biodiversità e raccolti danneggiati. Una spesa che si gonfierebbe fino a 65 miliardi annui, entro la fine del secolo. Nel documento si rimanda anche ai disastri causati dalle inondazioni nel periodo 2016-2021, costati alle economie dei Paesi colpiti almeno altri 14 miliardi. Dal computo sono esclusi i 9 miliardi di danni provocati dall’alluvione in Romagna nel maggio 2023, e soprattutto i morti.

I GOVERNI UE CHIEDONO AZIONI IMMEDIATE  

Da qui il paradosso: i governi nazionali, molti dei quali hanno criticato l’intenzione di Ursula von der Leyen di voler proseguire con il Green Deal anche nel suo secondo mandato, chiedono l’intervento di Bruxelles su un problema che proprio il Green Deal intende risolvere. L’appello parla di un’azione concreta: protezione degli ecosistemi, contenimento degli sprechi – molti dei quali attribuibili a pratiche agricole poco produttive – efficientamento delle risorse, nuove tecnologie, per aumentare la conversione di acque marine in potabili, e finanziamenti sostanziali. 

LA RISPOSTA DI BRUXELLES? SICUREZZA IDRICA E NUOVE PRIORITÀ 
Alla lettera dei governi, non è seguita una risposta diretta da Bruxelles. Che però si può ricavare da una serie di passaggi del piano von der Leyen. In quelle pagine, si legge di sicurezza idrica alla stregua di altre priorità. Come quella alimentare o delle catene di approvvigionamento. Punti, questi, che danno al Green Deal della Presidente entrante un’identità diversa rispetto a prima. Con approccio realistico, von der Leyen ha detto che la transizione ecologica è possibile solo con un lavoro congiunto tra istituzioni e imprese. Certo, non è ancora chiaro su come l’Europa recupererà le risorse finanziarie. Ma è evidente che c’è stato un cambio di passo. Negarlo significa lasciar mano libera al fronte opposto, agli ambientalisti duri e puri che pretendono una transizione più radicale. Ma, ancora più grave, vuol dire non occuparsi di un’emergenza che sta già causando disastri un po’ ovunque.

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