Ideologia, diete e libertà delle aziendeL'EDITORIALE DI PIETRO PAGANINI PER IL SOLE 24 ORE
- 26 July 2018
- Posted by: Competere
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Qual è il confine tra l’interventismo paternalista del settore pubblico e la libertà delle aziende e dei consumatori?
Abbiamo capito che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha l’ambizione di limitare l’impiego di grassi saturi e di zuccheri nella formulazione dei prodotti alimentari. È una politica che sta dilagando pericolosamente, coinvolgendo istituzioni, come quelle europee o governi nazionali, come quelli scandinavi. Le burocrazie nazionali e internazionali hanno l’urgenza di arginare le conseguenze che l’eccesso di calorie assunte nella nostra dieta potrebbero avere sulla salute e quindi sulla spesa pubblica (e privata) per le cure. Nel farlo però attentano alla nostra libertà di scelta e di impresa, limitandola pericolosamente. Assumiamo troppe calorie?
I dati a disposizione dimostrano che una fetta sempre più ampia di popolazione è sovrappeso, aumentano cosi i rischi per la salute e i costi per i governi. Le proiezioni per il futuro sono ancora più preoccupanti. I grassi saturi e gli zuccheri sono i principali responsabili secondo gli esperti dell’Oms. Diminuendo le quantità assunte si risolve il problema. È sufficiente che chi produce alimenti riformuli le ricette, riducendo gli ingredienti incriminati. Semplice. Ma è questa la soluzione? Secondo chi scrive, no. Ma prima di rispondere dovremmo chiederci se il problema sono solo le calorie che assumiamo. E se governi e agenzie internazionali abbiano il diritto e il dovere di imporci dieta e gusti.
In una liberaldemocrazia compiuta nessuna agenzia internazionale come l’ Oms o nessun governo dovrebbe stabilire per legge cosa e come dobbiamo mangiare. I cittadini dovrebbero poter scegliere liberamente così come gli imprenditori dovrebbero poter declinare i prodotti come meglio credono. Liberi di mangiare ciò che vogliamo e liberi di creare come vogliamo. È nell’interesse delle imprese che immettono sul mercato prodotti buoni che piacciano ai consumatori e non siano nocivi per la salute in una dieta bilanciata.
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