Indicazioni geografiche: nuove opportunità per l’agrifoodL'IDEA DI PIETRO PAGANINI

La riforma delle norme dell’Ue che regolano la protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti agricoli, vino e altre bevande spiritose dev’essere un incentivo per le imprese a sviluppare nuove soluzioni di crescita, identificare nuovi mercati di vendita e applicare le adeguate soluzioni tecnologiche per essere più competitive.

Questo è un momento significativo per il settore dell’agroalimentare. Per la prima volta, il settore dispone di una base legislativa unificata, che mira a rafforzare la competitività e la sostenibilità delle produzioni territoriali, nonché il ruolo fondamentale dei consorzi di tutela. 

ITALIA: UN ESEMPIO IN UE

Il nuovo regolamento riconosce il modello italiano come esempio per tutta Europa. Merito della sua quota rispetto al totale dell’Agrifood (621 miliardi di euro, fonte Crea), ma anche grazie alla garanzia che di per sé il Made in Italy sfoggia in tutto il mondo. Stando al XXI° Rapporto Ismea-Qualivita 2023 infatti, il settore italiano delle Dop e Igp ha superato la soglia dei 20 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2022 (+6,4% su base annua).
Sono numeri importanti. 
 
Tuttavia, sarebbe miope osservare questo provvedimento unicamente come un’operazione di protezione, lasciando fuori il ben più strutturato comparto industriale. Quella di Bruxelles, al contrario, è la risposta alle necessità di adattamento del settore Dop-Igp alle condizioni di mercato, ambientali e sociali in evoluzione. Questo include l’importanza del turismo Dop e la promozione del valore territoriale attraverso i prodotti Ig. È altrettanto virtuosa l’azione congiunta di più consorzi

UNA BEST PRACTICE 

Com’è stato il caso dell’Enjoy European Quality Food (eeqf), il progetto triennale co-finanziato dall’Ue e finalizzato a promuovere sei prodotti a Denominazione di Origine Controllata: Asti DOCG, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, Vino Nobile di Montepulciano DOCG, Provolone Valpadana DOP, Olio EVO DOP Terre di Siena, Mozzarella STG. I paesi coinvolti Italia, Spagna, Germania e Polonia, dove si è dato vita a nuove sinergie ed evidenziato il significato culturale che la cultura dell’enogastronomia ricopre nel nostro Paese.

COSA SI PUÒ FARE DI PIÙ? 

Proprio alla luce di queste best practice, la riforma del regolamento delle indicazioni geografiche è un punto di partenza essenziale per una nuova fase di revisione della politica delle produzioni territoriali e del necessario tentativo di valorizzarle con incentivi e investimenti necessari all’innovazione tecnologica. 
Infatti, nonostante questi significativi passi avanti, sul piano della sostenibilità c’è ancora molto da fare. La base volontaria attuale mostra limiti evidenti, sottolineando la necessità di un impegno maggiore per garantire che le pratiche sostenibili non siano solo un’opzione, ma una norma integrata e indissolubile del settore.
Invitiamo quindi a un’ulteriore riflessione e azione per rafforzare le politiche e le pratiche di sostenibilità nel settore agroalimentare di qualità, per assicurare che i progressi realizzati non rappresentino solo un traguardo raggiunto, ma il punto di partenza per un impegno ancora più convinto verso un futuro sostenibile.


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