Industria 4.0: Nessun Ateneo Abruzzese nella Mappa dell’Innovazione ItalianaL'articolo di Stefano Cianciotta per Il Messaggero
- 29 May 2017
- Posted by: Competere
- Category: News
Nessuna Università abruzzese compare nella mappa dell’innovazione italiana individuata dal Governo per promuovere l’Industria 4.0, che coinvolgerà l’Università di Bologna, i Politecnici di Milano, Torino, Bari, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, gli Atenei del Veneto e la Federico II di Napoli.
L’accordo siglato alla presenza anche della Regione Abruzzo nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico alcuni giorni fa, con il quale FCA ha dato il via libera al piano di attività di ricerca incentrato sulla mobilità del futuro, pone tuttavia a pieno titolo il sistema accademico abruzzese all’interno della grande scommessa di Industria 4.0.
Il protocollo d’intesa, sottoscritto anche dalle Regioni Piemonte, Campania e dalla Provincia Autonoma di Trento, prevede un investimento complessivo in Ricerca e Sviluppo pari a 150 milioni di euro ed ha come obiettivo il sostegno alla competitività del settore automotive italiano, che nel 2016 ha visto proseguire il trend positivo avviato nel 2015 per quanto riguarda la produzione di autoveicoli, cresciuta del 9%.
I volumi delle autovetture destinati all’estero rappresentano il 56% della produzione domestica, e la provincia di Chieti, dove insiste il secondo cluster italiano delle imprese del settore, è chiamata a recitare un ruolo da protagonista nella battaglia globale per la realizzazione della macchina del futuro senza conducente, quella a cui stanno lavorando Tesla, Google e Facebook, e appunto anche FCA.
Le applicazioni che saranno sviluppate nel Politecnico di Torino, infatti, saranno testate proprio nello stabilimento abruzzese della Sevel, in Val di Sangro.
Le opportunità della quarta rivoluzione industriale, la trasformazione digitale del manifatturiero, impone una decisa accelerazione anche del sistema universitario abruzzese, che insieme alle imprese e alla politica deve cogliere questa grande opportunità.
Fare dell’Abruzzo un hub strategico nel quale si sperimentino e innovino le tecnologie del futuro, contribuirebbe a dare identità internazionale alla regione e a posizionarla.
Proprio L’Aquila, per la qualità della sua ricerca, è stata individuata tra le cinque città italiane dove si sperimenterà la tecnologia 5G, l’infrastruttura dell’Internet delle cose, il grande cervello che nel 2020 connetterà oltre 25 miliardi di oggetti.
L’Aquila, infatti, ha posto le basi per la sua rinascita investendo sulla ricerca internazionale, come testimoniano l’aumento degli scambi tra gli studenti e l’attenzione dei Cinesi di ZTE.
Per competere nel mercato globale, nel quale i talenti sono in movimento perché attratti dai luoghi più innovativi, bisogna abbandonare l’alibi del piccolo è bello. L’Abruzzo della ricerca e dell’impresa (e della politica) deve fare squadra per affermarsi a livello internazionale.