Innovazione – Toc toc…politica, se ci sei, batti un colpo!!!I programmi elettorali dei partiti sembrano aver dimenticato l'innovazione e le politiche industriali. Occorre ricordarlo loro!

Cosa stanno facendo i partiti per l’innovazione? Poco. La settimana scorsa abbiamo presentato con Federturismo le nostre proposte per far diventare l’Italia la prima destinazione turistica europea e valorizzare l’intero settore turistico. Chi si candida a guidare il paese in vista del prossimo 4 Marzo ci ha risposto positivamente. Sarà nostro compito assicurarci che le promesse non restino chiacchiere.

Questa settimana vogliamo parlare di alcuni fattori da cui l’innovazione non può prescindere: 5G, IoT, Automazione & AI Educazione

PERCHE’ SONO IMPORTANTI? Consentirebbero all’Italia di innovare i propri modelli organizzativi e i processi di produzione, adottando un nuovo paradigma socio-economico che scaturisce dall’attuale assetto produttivo.

OBIETTIVO – Fare del nostro paese un hub dell’innovazione. Le startup e la digitalizzazione delle imprese non sono il prodotto finale. Non siamo e non saremo mai una nuova Silicon Valley, ma non dobbiamo nemmeno aspirare ad esserlo. L’Italia ha un modello e risorse da cui partire, da trasformare e da valorizzare. La trasformazione digitale consiste proprio in questo: innovare ciò che è già presente e migliorarlo ulteriormente. Ci sono settori sui quali siamo già forti ed è proprio qui che dobbiamo investire. Altri invece sono poco competitivi e potrebbe essere necessario retrocedere. Sono scelte; e vanno fatte.

Per questo motivo serve una politica industriale con una visione di lungo periodo. Sfortunatamente, tolto qualche roboante titolo di giornale, all’orizzonte non si vedono programmi e politiche industriali e per lo sviluppo. I partiti non sembrano interessati e questo è preoccupante.

5G – Con il 5G creiamo l’infrastruttura per quei settori e quelle aziende che vogliono creare nuovi servizi o migliorare i propri processi produttivi. Non serve solo a guardare più film e navigare più velocemente. È una tecnologia fondamentale per sviluppare nuove attività. Nel 2017 abbiamo avanzato una serie di proposte, anche originali, in questo senso. La speranza era di poter seminare qualche idea e trovare un terreno politico favorevole. Oggi, solamente il M5S ha accennato nei programmi elettorali al 5G, seppur in modo vago. E gli altri partiti? Gli operatori stanno cominciando ad investire, ma serve un quadro politico e industriale favorevole, che porti nuovi stimoli.IoT – Connettere gli oggetti significa ripensare i modelli di business e la catena del valore. È un’opportunità per il settore agricolo, per l’industria manifatturiera e dei servizi e per il terziario più in generale. Quali proposte ci sono per favorirne la diffusione? Non se ne trova una in giro che provenga dalla politica.

AUTOMAZIONE & AI – Se sull’AI siamo praticamente silenti, sull’automazione molto si è fatto, molto ancora si è scritto. Attendiamo i competence center e i digital innovation hub di Confindustria per capire quali siano davvero i risultati dopo i proclami. Il rinnovo dei macchinari è sicuramente un segnale positivo, ma va studiato il loro impatto sul sistema produttivo. Qui occorrerebbero dei sistemi di misurazione per comprendere/imparare se gli incentivi hanno portato o porteranno quali e quanti risultati in termini di efficienza e riorganizzazione dei processi industriali. Sempre il M5S e, in questo caso, anche il PD hanno abbozzato una proposta. È  già qualcosa, ma non va oltre gli incentivi e la parte che concerne la formazione non è molto sviluppata.

Eppure nell’educazione si riscontra un nodo fondamentale che va affrontato subito. I lavori del futuro, legati alle nuove tecnologie e ai nuovi processi produttivi sia industriali sia dei servizi, trovano linfa nella didattica, cioè nelle attività e nelle competenze che la scuola offre. Su questo tema tutto tace. La scuola non sembra più essere un investimento per il futuro, ma come una grana sindacale. Qui vorremo capire i progetti per armonizzare la didattica con il mercato del lavoro in costante cambiamento e soprattutto gli investimenti che si vogliono portare avanti. Senza formazione non si va da nessuna parte.

Aspettiamo risposte concrete. Nel frattempo ne discuteremo durante il nostro meeting milanese della settimana prossima (si terrà il 22 febbraio) che riserviamo ai nostri sostenitori. Da lì usciranno altre proposte concrete che presenteremo a chi ci vorrà ascoltare e, soprattutto, a chi dovrà decidere. Se non ascoltano, continueremo a gridarlo fino a quando non ci sentono.

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