Gli investimenti delle Pa locali passano dalla riorganizzazione delle strutture tecnicheL'ARTICOLO DI STEFANO CIANCIOTTA PER IL SOLE 24 ORE

Senza un’adeguata riforma delle Pa locali, che definisca le nuove competenze delle aree tecniche delle stazioni appaltanti, è difficile far ripartire le infrastrutture nel nostro Paese. 

Alla ripresa economica italiana manca il contributo fondamentale del settore delle infrastrutture. Senza il crollo degli investimenti (60 miliardi di euro) l’economia del nostro Paese avrebbe recuperato nei dieci anni di crisi in media quasi un punto di Pil all’anno, come ha evidenziato di recente anche lo stesso ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, consapevole del ruolo fondamentale che il settore svolge per lo sviluppo e la crescita del Sistema Italia.
Se dal 2008 al 2016 il problema principale delle stazioni appaltanti pubbliche era quello di individuare le risorse economiche da destinare agli investimenti, dal 2016 paradossalmente il tema si è spostato sulla reiterata incapacità delle amministrazioni locali di programmare, pianificare ed eseguire gli interventi, vanificando nei fatti importanti misure di rilancio per le infrastrutture previste dal Governo Gentiloni già nella programmazione di Bilancio del 2017 (+23% di risorse).
I Comuni (la cui imposizione fiscale nell’ultimo decennio è aumentata del 108% per fare fronte alla diminuzione sempre maggiore dei trasferimenti fiscali) hanno ridotto nel 2017 la spesa per investimenti in opere pubbliche di circa 800 milioni. Un risultato fortemente negativo dopo un 2016 chiuso con una diminuzione di spesa di 1,7 miliardi, nonostante la possibilità concessa dall’allora Governo Renzi ai Comuni virtuosi di andare in deroga al Patto di stabilità.
La maggiore disponibilità di risorse in capo agli enti locali pone quindi il vero tema sul quale dovremmo concentrare la nostra attenzione, che è quello delle competenze e della capacità di programmazione, argomenti complicati da affrontare soprattutto nei Comuni di dimensioni più modeste (in Italia 5000 Comuni amministrano poche migliaia di cittadini) o nelle stesse Province, bloccate da una riforma imperfetta.

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