Investire nelle infrastrutture che fanno “ecosistema”
- 24 October 2018
- Posted by: Competere
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Mentre il resto del mondo in questo ultimo decennio ha scelto di investire sulle infrastrutture per favorire una nuova fase di sviluppo, l’Italia è andata nella direzione opposta. Dall’inizio della crisi del 2008, infatti, l’Italia ha registrato un gap di investimenti di circa 85 miliardi di euro; gli investimenti pubblici sono diminuiti di oltre un terzo, mentre quelli per le infrastrutture sono passati dai 29 miliardi del 2009 ai 16 miliardi del 2017.
Questo è il risultato di specifiche scelte di politica di bilancio, che hanno portato il paese a contenere la spesa, agendo per lo più sulla componente in conto capitale e meno su quella corrente. Una posizione che ha segnato negativamente la riduzione della dotazione infrastrutturale e logistica, mentre l’intero settore delle costruzioni ha perso nello stesso periodo 600.000 posti di lavoro. Disinvestire nelle infrastrutture è costato ogni anno all’Italia almeno un punto di Pil.
La riduzione degli investimenti è stata acuita dall’incapacità delle amministrazioni locali di programmare, pianificare ed eseguire gli interventi, vanificando importanti misure di rilancio per le infrastrutture previste già nella programmazione di Bilancio del 2017 (più 23 per cento di risorse). I Comuni, inoltre, hanno ridotto nel 2017 la spesa per investimenti in opere pubbliche di circa 800 milioni. Un risultato fortemente negativo dopo un 2016 chiuso con una diminuzione di spesa di 1,7 miliardi, nonostante la possibilità per i comuni virtuosi di andare in deroga al Patto di stabilità. Sarà dunque fondamentale ricominciare a programmare e a sostenere gli investimenti, perché la competitività del mondo globale passerà sempre di più dalla capacità di sviluppare le infrastrutture fisiche/digitali, velocizzando al contempo i processi amministrativi e individuando partner economici qualificati.
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