La dieta di DioL'IDEA DI PIETRO PAGANINI

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L’urgenza di rallentare i cambiamenti climatici e la premura di ridurre l’obesità e migliorare la nutrizione stanno fomentando la formulazione di una dieta universale, cioè una dieta uguale per tutti, salutare e nature positive. Può funzionare? O è pericolosa? La scienza infatti, rischia di diventare religione: minaccia la libertà di scelta, inibisce la diversità, e frena il mercato e l’innovazione. Ci sono delle alternative valide alla dieta di dio.

COSA SUCCEDE?
L’urgenza di rallentare i cambiamenti climatici riducendo le emissioni di CO2 e di preservare la biodiversità sta incoraggiando la ricerca una dieta che utilizza nutrienti più sostenibili o nature positive e quindi di pratiche agricole e produttive rigenerative.
La premura di ridurre l’obesità e migliorare la (cattiva) nutrizione, stanno indirizzando la nutrizione verso una dieta con nutrienti più salutari.
Queste due diete possono essere combinate ottenendo una Dieta Universale, progettata funzionalmente e ingegneristicamente per l’intera umanità, cioè per tutti.
L’IPHONIZZAZIONE DELLA NUTRIZIONE 
La ricerca di una Dieta Universale sta coinvolgendo una parte dell’industria alimentare, e in particolare le imprese che hanno dimensioni globali. Favorisce, infatti, lo sviluppo di un’economia di scala: un prodotto che per le sue caratteristiche universali e ingegneristiche piace a 8 miliardi di persone. E’ lIphonizzazione della nutrizione
MA… L’iPhone e i suoi simili (sono pochi i prodotti con vere economie di scala) hanno saputo costruire economie di scala efficaci guadagnando il proprio successo sul mercato.
LE POLITICHE PIUBBLICHE

La Dieta Universale si può imporre facilmente attraverso le politiche pubbliche – ideologiche – come la formulazione di etichette colorate, incentivi e disincentivi fiscali, campagne di (dis)informazione ideologiche, e un più generale boicottaggio di alcuni ingredienti. 

PERCHÈ É IMPORTANTE?

L’intento di favorire una dieta salutare (concetto astratto) e nature positive (o una produzione alimentare rigenerativa) è lodevole e va sostenuto attraverso la sperimentazione di soluzioni sempre diverse che possano valorizzare la diversità di ciascun individuo e di ciascun nutriente e che possano rispondere alla continuità del cambiamento. Si deve cioè evitare l’approccio ideologico

  • Il fine, infatti, non è quello di salvare l’umanità o il Pianeta, ma di mettere gli individui nelle condizioni di compiere scelte consapevoli al fine di convivere tra loro e con il Pianeta. 
  • Le politiche pubbliche a favore della salute e della sostenibilità giocano un ruolo cruciale. Esse possono favorire la diversità alimentare e la libera scelta. Ma possono anche, per esempio attraverso l’uso di etichette o compagne di informazione (ideologica ed emotiva), annientarle per sostituirle con la dieta universale. Uno va bene per tutti.
TUTELARE LA LIBERTÀ, PROMUOVERE LA DIVERSITÀ

L’elaborazione di una Dieta Universale è affascinante e conveniente per le (poche) imprese alimentari globali, ma può rappresentare dei rischi molto seri per i cittadini, per la concorrenza, e per il mercato:

  • minaccia la libertà di scelta: ci viene imposta una sola dieta con la promessa che migliorerà la salute e l’ambiente. Se non ci piace ce la dobbiamo fare andare bene;
  • promuove l’omologazione e scoraggia la diversità: uno va bene per tutti (One fits all). Si impone una sola dieta a scapito della diversità che è un carattere dell’umanità (e non solo). Il gusto e i desideri di ciascuno saranno sostituiti dal sapore universale. Le diete locali sono destinate a sparire per lasciare spazio alla Dieta Universale; 
  • rallenta la conoscenza: la limitazione della libertà e della diversità frenano il confronto e l’innovazione, quindi l’elaborazione e la diffusione delle conoscenze; 
  • scienza totalitaria: promuove l’idea per cui la scienza si limita a una teoria inconfutabile e quindi sacra, da osannare e non criticare. È di fatto, la negazione del metodo sperimentale della scienza; 
  • scoraggia gli investimenti e l’innovazione: una volta trovata la dieta perfetta saremo scoraggiati a creare nuovi prodotti, sapori, fragranze, etc.;
  • il problema (non) è il nutriente: il problema è ciò che mangiamo. Non è così. Essendo noi esseri umani (lo si vede sugli esseri viventi in generale) tutti diversi reagiamo diversamente ai nutrienti anche in funzione del modo e del contesto in cui viviamo. L’obesità non è un problema collettivo ma individuale. Non sarà quindi la dieta universale a salvare l’uomo, ma sarà la dieta di precisione o personalizzata
QUALI ALTERNATIVE?

La Dieta Universale può avere risvolti positivi ma non è l’unica soluzione da imporre (come si legge nella dieta Lancet) all’umanità. 
L’uomo vivrà meglio e più a lungo se continuerà a promuovere la diversità, eviterà l’uso ideologico della scienza, e cercherà soluzioni – come le diete di precisione – che promuovono la libertà di scelta.

 

Image credit: Cari Vander Yacht, courtesy of the NYT >>>

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