La Regione alle Prese con i Dossier d’AutunnoL'articolo di Stefano Cianciotta per Il Messaggero
- 31 August 2017
- Posted by: Competere
- Category: News
La definizione del dossier sulle Zone Economiche Speciali che dovrà essere presentato al Governo dopo il via libera della Ue; la riorganizzazione della governance della ricostruzione, i cui poteri con l’uscita di scena del commissario Errani saranno trasferiti nelle mani del presidente della Regione; il rilancio dell’occupazione dopo i dati negativi di inizio 2017; l’analisi e la verifica delle opportunità per le Pmi abruzzesi del Fondo per la crescita del Sud in corso di approvazione da parte dell’esecutivo, che metterà a disposizione un plafond di 150 milioni per sostenere l’internazionalizzazione e l’innovazione delle aziende meridionali con operazioni di private equity.
Sono tante le sfide che attendono in autunno l’Abruzzo, alle quali vanno aggiunte quelle “ordinarie” sulla programmazione dei Fondi comunitari e sulle progettazioni del Masterplan.
Una mole notevole di azioni strategiche, che contribuiranno a ridisegnare il volto dell’Abruzzo dei prossimi 15 anni. Un insieme di azioni che però alla base hanno una grande incognita: la permanenza o meno del presidente della Regione D’Alfonso al vertice dell’esecutivo regionale.
La candidatura di D’Alfonso alle elezioni politiche, favorita anche dal fatto che con la legge proporzionale si andrà sicuramente ad un governo di coalizione nel quale sono maggiori le chance dell’attuale Presidente di avere un incarico di Governo, rischia di limitare la portata innovativa degli strumenti attualmente all’esame della Regione.
Dossier così impegnativi, infatti, non ammettono enti gestiti a mezzo servizio, o peggio una fase di stand-by che potrebbe rivelarsi gravosa perché le altre Regioni del Sud (si pensi a Campania e Puglia già avanti nella progettazione delle rispettive Zes portuali) avrebbero un vantaggio competitivo in fatto di programmazione che rischia di allungare la distanza tra l’Abruzzo e il resto del Meridione, divario che nei fatti già esiste come dimostrano i dati Istat sulla occupazione (l’Abruzzo ha perso 17.000 posti di lavoro nel I trimestre 2017 mentre tutto il Sud è cresciuto).
Situazione analoga vivono le città di Chieti e Teramo, accomunate non solo dalle ambizioni elettorali dei primi cittadini, ma da una lenta ed inesorabile crisi, a Teramo acuita anche dal sisma che ha fatto già 5.200 sfollati. L’Abruzzo, insomma, rischia di arrivare alle sfide economiche d’autunno con le gomme sgonfie e con una demarcazione sempre più evidente tra il dinamismo della costa e l’isolamento delle aree interne.