Le Città Abruzzesi Bocciate dal Rapporto del Forum PAL'articolo di Stefano Cianciotta per Il Messaggero

Gli studenti si spostano alla ricerca della giusta offerta formativa, i talenti abbandonano le zone d’origine, persino i pensionati se ne vanno per scegliere soluzioni più congeniali. La parola chiave dell’economia moderna è attrattività, che è la capacità di determinare e attrarre i flussi.

Alla luce di queste considerazioni dopo la bocciatura dei capoluoghi abruzzesi nello Smart City Index di Ernst &Young (settembre 2017), come deve essere interpretata questa ulteriore fotografia in bianco e nero scattata dall’ICity Rate, il Rapporto annuale realizzato dal Forum della Pubblica Amministrazione?

Il rapporto analizza la situazione delle città italiane nel percorso verso città più intelligenti, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili, e le città abruzzesi si collocano nella parte medio-bassa della classifica, con punte negative molto preoccupanti, che confermano la scarsa attrattività di Chieti e Teramo.

Per realizzare lo studio, FPA ha individuato e analizzato un certo numero di variabili e di indicatori (ad esempio produzione culturale, occupazione, gestione dei rifiuti, mobilità, innovazione digitale), trasformati e aggregati in un unico valore di sintesi.

Nella analisi dell’attrattività dei 106 capoluoghi l’Aquila occupa la 58esima posizione, Pescara è 61esima, Teramo ha tredici posizioni ritardo (74), Chieti è molto distante (80). Scorrendo le singoli voci nella occupazione la migliore città abruzzese è L’Aquila (66), seguita da Pescara (69), Teramo (74) e Chieti (76).

Chieti segna il passo anche nella innovazione tecnologica e nel livello di istruzione – terzultima città italiana – dati che testimoniano quanto abbia pesato negativamente nell’ultimo decennio avere perso oltre 5000 residenti.

Nella produzione culturale Teramo (74) e Chieti (79) sono molto distanziate da Pescara (52) e L’Aquila (55). Bocciatura per Chieti (82) anche nella sostenibilità e per Pescara (83) nella gestione dei rifiuti. Nella ricerca L’Aquila (63) e Chieti (68) sono leggermente meglio posizionate di Teramo (72) e Pescara (75). Teramo si posiziona molto bene nella raccolta dei rifiuti (35), il tallone d’Achille di Pescara (83) e de L’Aquila (78).

Quello che risulta evidente ancora una volta è che le città abruzzesi hanno scarsa attrattività perché manca la capacità di costruire una visione di insieme e di sistema. Innovare, infatti, non solo significa investire sul capitale umano e creare nuovi prodotti e nuovi servizi, ma anche mettere a sistema quegli elementi positivi residuali che si stanno sviluppando nelle città abruzzesi, abbandonando posizioni e rendite territoriali che privilegiano il campanilismo e soffocano una nuova dimensione di regione.

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