Le Sfide della Smart Defence per un’Italia Più Sicura

Competere presenta, in collaborazione con la NATO, l’e-book “Le Sfide della Smart Defence per un’Italia più Sicura” che costituisce il punto di partenza per una serie di studi  incentrati sulla difesa e la sicurezza nazionale e internazionale. Una parte degli interventi e degli studi contenuti nell’e-book è ripresa dagli atti del convegno tenutosi lo scorso Novembre presso il Senato della Repubblica dove sono intervenuti alcuni politici, tra i quali, Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Roberta Pinotti, Ministro della Difesa, Nicola Latorre, Presidente della Commissione Difesa del Senato della Repubblica, Antonella Cerasino, Funzionario internazionale della NATO, Franco Frattini, Presidente della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale, e giornalisti come Alessandra Sardoni, Presidente dell’Associazione Stampa Parlamentare e Giampero Gramaglia, Presidente di EurActiv.

A curare l’edizione del volume per Competere sono Pietro Paganini, Presidente del think tank e Roberto Race, Segretario Generale.

Si parte con un’analisi del contributo dell’Italia in ambito Nato. Il nostro Paese è, infatti, il quinto contributore al budget della NATO dopo Stai Uniti, Germania, Regno Unito e Francia. L’Italia riveste, poi, un’importanza strategica rispetto ai nuovi scenari di crisi, sia per la prossimità geografica, sia per le diverse installazioni dell’organizzazione sul nostro territorio.

Il dibattito si concentra poi sul concetto di “smart defence” che potrebbe essere tradotto in “difesa razionalizzata”, ossia una riorganizzazione di tutti gli asset Nato, sulla base delle risorse disponibili dei singoli Stati e degli interessi condivisi. Gli investimenti in innovazione nella difesa garantiscono inoltre maggior sicurezza, maggior efficienza nella spesa in sviluppo e un indotto economico notevole generato dalla creazione di nuove tecnologie e nuove attività legate ad esse.

Ma come viene percepita la necessità di una Smart Defence in Italia?

Si tende a pensare che siano discorsi lontani, ma non lo sono. Anche le minacce percepite come fisicamente più lontane hanno un impatto molto diretto nella vita quotidiana degli italiani – dichiara il Commissario Federica Mogherini – Mi riferisco, per esempio, alle conseguenze nell’ambito della sicurezza energetica, nei casi in cui eventi geopolitici lontani provocano conseguenze sul costo della vita anche nel nostro Paese, o nell’ambito della proliferazione delle armi di distruzione di massa, dato che non importa dove vengano utilizzate, per subirne comunque parte degli effetti.”

Secondo IPR Marketing la disaffezione degli italiani alle tematiche relative alla sicurezza e alla difesa è andata crescendo negli ultimi tre anni. Le motivazioni principali sono due: la convinzione che dopo la crisi economica gli investimenti maggiori debbano riguardare occupazione e attività sociali; la carenza di una comunicazione adeguata da parte delle Istituzioni che permetta al cittadino di comprendere i benefici ottenibili dagli investimenti nel settore difesa.

È evidente che c’è un gap, un vuoto di comunicazione tra chi è chiamato a risolvere questi problemi e chi ne subisce, anche indirettamente, gli effetti – dichiarano Pietro Paganini e Roberto Race – In questo seminario abbiamo scelto di affrontare il ruolo dei media nel raccontare le sfide della Smart Defence, il progetto elaborato dall’Alleanza Atlantica che permetterà di razionalizzare le risorse e le capacità degli apparati di difesa dei Paesi membri.”

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