Libra: Rivoluzione o Illusione?
- 6 August 2019
- Posted by: Competere
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Nel 2020, Facebook, introdurrà la propria moneta virtuale, Libra. Ciò potrebbe facilmente cambiare i meccanismi del mercato delle valute e gli equilibri dell’economia globale. Tante opportunità ma anche tanti rischi. Siamo pronti?
PERCHÉ È IMPORTANTE Quasi due miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a servizi bancari di alcun genere. Altrettante sono frenate da transazioni lente, fattispecie per quanto riguarda la circolazione di denaro tra i diversi confini globali. Dal prossimo anno, Facebook, con l’introduzione della sua moneta virtuale, Libra, potrebbe cambiare i meccanismi del mercato delle valute.
RIVOLUZIONE? L’obiettivo di Facebook è quello di creare un nuovo sistema finanziario basandosi sulla tecnologia della blockchain, inserendosi nel già esistente sistema finanziario e assorbendo nuove transazioni commerciali.
Il mercato delle criptovalute ha oramai raggiunto importanti dimensioni con un valore stimato di oltre 300 miliardi di dollari – solo il Bitcoin accounting vale oltre 200 miliardi. Appare logico e prevedibile l’interesse dei giganti del web (Google, Amazon, Facebook e Apple) verso questo mercato. Libra sarà però una moneta stabile, pegged ad un valore reale (valuta internationale, titolo di stato, commodity, ect), in modo tale da evitare le pesanti fluttuazioni e speculazioni che fortemente caratterizzano il mercato delle monete virtuali.
La proposta di una valuta digitale per le attività ed il trasferimento di denaro via web ha notevoli potenzialità e rappresenta una grande opportunità. Facebook conta quasi 3 miliardi di utenti iscritti al proprio social network e punta diretto ai quei 2 miliardi di individui al mondo, senza un conto bancario ma in possesso di uno smartphone.
LE INSIDIE Ci sono però rischi e minacce per noi cittadini e la nostra Libertà. Su tutti, le questioni inerenti alla privacy, alla sicurezza, alla convertibilità, all’emissione e al controllo della moneta.
1) Protezione dei Dati e Privacy. Con l’introduzione di Libra, il gigante del web di Menlo Park sarà in grado di gestire una quantità di dati ben maggiore di quanto già fa ogni giorno. Diventerebbe dunque di fondamentale importanza prevedere framework e standard di sicurezza informatici che tutelino la privacy ed i diritti di miliardi di cittadini. Facebook deve garantire che il trattamento dei dati avvengano secondo la normativa europea vigente evitando di incorrere in un ben più grave Cambridge Analytica 2.0;
2) Emissione. Quale entità deciderà quante Libra verranno emesse e chi si assumerà gli oneri di una specie di “banca centrale”? La creazione di una misteriosa associazione no profit con sede in Svizzera, la Libra Association, non risponde a questo importante quesito. Libra potrebbe diventare una delle (future) principali valute del pianeta e a differenza delle altre non verrebbe gestita da una istituzione pubblica bensì da una associazione privata, che non segue alcuna politica monetaria, capace però di influenzare le politiche degli altri player. Ciò rappresenta un’enorme incognita per l’equilibrio globale;
3) L’assenza di controlli – o quanto meno di controlli efficienti ed efficaci soprattutto nella fase embrionale – potrà favorire le attività di evasori o di organizzazioni criminali nelle loro attività di riciclaggio. Libra infatti non garantisce un legame consolidato tra gli utenti che effettuano la transazione e chi controlla realmente quei profili. La Blockchain di base deve essere implementata per impedire che ciò avvenga e la trasparenza sia garantita integralmente;
4) Geopolitica. Libra si prospetta come una nuova moneta, senza banca centrale e fuori da qualsiasi architettura regolatoria tangibile. A quali moneta sarà possibile convertire Libra? quali titoli di stato garantiranno il proprio valore? Le risposte a queste domande influenzerebbero i precari rapporti tra Stati Uniti, Cina, Russia ed Europa. Allo stesso modo, l’utilizzo di Libra da parte di utenti in paesi in via di sviluppo indebolisca maggiormente quei paesi, levando liquidità alle banche locali e sostenendo fughe di capitali.
Corriamo dunque il rischio di avere un’azienda privata, con una ambigua gestione dei dati personali dei propri utenti nel recente passato, a controllare una fetta rilevante dell’economia futura. Siamo proprio sicuri che i vantaggi siano maggiori rispetti ai rischi?