Marchi storici, perché e come va tutelato un tesoro del Made in ItalyL'IDEA DI GIUSEPPE ARLEO
- 31 October 2023
- Posted by: Competere
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La tutela e la valorizzazione dei marchi e della proprietà intellettuale devono essere sempre di più una priorità per i nostri governi. Partiamo dalla tutela della proprietà intellettuale.
Con una dotazione finanziaria di 32 milioni, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MimIt) finanzia i bandi: Brevetti+, Marchi+ e Disegni+, con l’obiettivo di supportare le PMI nel tutelare la proprietà industriale, nel brevettare le innovazioni tecnologiche e nel valorizzare idee e progetti.
Nello specifico in favore delle tre misure sono stati messi a disposizione per il 2023: 20 milioni per Brevetti+, 10 milioni per Disegni+ e 2 milioni per Marchi+. Le domande devono essere presentate: dal 24 ottobre 2023 per Brevetti+, dal 7 novembre 2023 per Disegni+ e dal 21 novembre 2023 per Marchi+.
Questa misura, che è meritoria nello scopo ma deficitaria nelle risorse, vedrà Unioncamere come soggetto gestore a cui è affidata l’istruttoria delle domande e l’erogazione delle agevolazioni anche tramite la società in house SiCamera.
Il tema dei marchi e della proprietà intellettuale si ritrova poi anche per i marchi storici. Realtà ambite dai grandi player internazionali e dai fondi che però spesso hanno pochi strumenti per essere rilanciati dalle PMI.
“La forza del sistema italiano – come ha spiegato il ministro Adolfo Urso – sta proprio nei suoi marchi storici, che rappresentano prodotti enogastronomici, artigianali e industriali a livello globale. Il riconoscimento IGP ha aumentato la consapevolezza del consumatore internazionale e oggi il marchio Made in Italy è riconosciuto in tutto il mondo come sinonimo di qualità. Oggi – ha concluso – stiamo lavorando per valorizzare anche i manufatti artigianali e industriali che rendono unico il nostro tessuto imprenditoriale. Questo Ministero è la loro casa.”
LA SFIDA DEI MARCHI STORICI
Un caso che andrebbe analizzato e approfondito nel suo complesso è quello dei marchi storici in stand by o, a oggi, di proprietà di aziende in fase di rilancio.
“I Marchi Storici – spiega la direttrice creativa del marchio Emilio Schuberth e coordinatrice del Master sulla moda “Fashion and Luxury del Made in Italy” all’Università Mercatorum, Elena Perrella – oggi sono di fronte a un guado: devono fare più di chiunque i conti con le criticità finanziarie e di carenza di professionalità specializzate, l’eccessiva burocrazia e le tasse. Purtroppo, spesso, la scelta di vendere il brand diventa obbligata.
Il marchio storico per diventare un generatore di sviluppo dovrebbe godere di una sorta di zona franca, di una free zone, che il governo tutela in prima persona.
Quando finanziamo concerti, cinema e cultura non chiediamo fatturato e rendering. Con la moda questo accade. Perché non finanziare in maniera efficace l’equity relativo alla parte del brand che è cultura permettendo così al marchio di sfondare quel muro della comunicazione accessibile solo ai pochi che hanno ingenti risorse finanziarie?
In secondo luogo i marchi storici in fase di rilancio necessitano di fondi per la formazione finalizzata all’assunzione. C’è bisogno di investire su risorse giovani che possano imparare ed essere inseriti con mestieri come quelli legati alla sartoria”.
Per rispondere in parte alle sfide dell’internazionalizzazione dei Marchi storici, ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con l’Associazione Marchi Storici d’Italia, ha organizzato il percorso formativo Digital Export Academy dedicato a un massimo di 80 aziende, in possesso di marchi con almeno 50 anni di storia, interessate allo sviluppo della propria strategia di internazionalizzazione mediante gli strumenti digitali.
LA SERIE FILATELICA
Il ministero guidato da Urso ha anche promosso una serie filatelica dei marchi storici di interesse nazionale del settore agroalimentare dedicata a cinque aziende espressione dell’eccellenza del Made in Italy: Ambrosoli, Cirio, De Cecco, Santa Rosa, Vismara.
Presenti alla cerimonia il ministro stesso, il sottosegretario Fausta Bergamotto, il presidente ad interim dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Paolo Cento, il responsabile filatelico di Poste Italiane Giovanni Machetti, il presidente dell’associazione Marchi Storici d’Italia Massimo Caputi e i rappresentanti delle aziende.
“Tanto orgoglio – ha dichiarato il sottosegretario – nel celebrare questi cinque marchi storici che rappresentano un segno tangibile di riconoscimento da parte del Ministero e da parte dei cittadini. Questi marchi sono preziose realtà dei nostri territori”.
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Tratto dal blog “Econopoly”, del Sole 24 Ore, di cui Giuseppe Arleo è contributor
Consulta Econopoly a questo link.