Nutriscore: marcia indietro del governo di LisbonaCOMUNICATO STAMPA

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PAGANINI «IL NO DEL PORTOGALLO AL NUTRISCORE CONFERMA I NOSTRI ARGOMENTI» 

Marcia indietro del governo di Lisbona. Una vittoria per la tutela della salute pubblica, l’economia e la diversità alimentare

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Roma, 19 giugno 2024 – «Accogliamo positivamente la decisione del governo portoghese di rivedere la scelta del precedente esecutivo sul Nutriscore», ha dichiarato Pietro Paganini, Presidente di Competere – Policy for Sustainable Development.

Ci siamo impegnati proponendo ai consumatori portoghesi i nostri argomenti. Competere ha inviato una lettera al Ministro dell’Agricoltura e della Pesca del Portogallo, José Manuel Fernandes, e alla Ministra della Salute, Ana Paula Martins. Sostenuta anche dal Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità (CSRO) e da oriGIn, la più importante associazione del mercato portoghese dei prodotti IG, la lettera invita le istituzioni di Lisbona a una marcia indietro in merito al Nutriscore. «Una misura – commenta Paganini – priva di fondamento scientifico nel suo tentare di contenere le patologie da eccesso, anacronistica rispetto alle nuove tecnologie applicate alla nutrizione e pericolosa in termini di concorrenza del mercato europeo».

Con questa decisione, il Portogallo si unisce a un fronte sempre più consistente di Paesi membri dell’Unione europea che hanno bloccato il Nutriscore. Insieme all’Italia si contano infatti Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Lettonia, Romania, Polonia, Spagna e Ungheria, che nel loro complesso rappresentano più del 35% della popolazione europea. A questi va aggiunta la Svizzera, non membro dell’Ue, ma mercato su cui la Gdo ha fatto importanti operazioni a sostegno dell’etichettatura a semaforo.

I sistemi di etichettatura nutrizionale fronte pacco, come il Nutriscore, hanno dimostrato di essere inefficaci nel combattere l’obesità nei Paesi in cui è stato adottato. In Francia, per esempio, i tassi di obesità non sono diminuiti nonostante l’implementazione del Nutriscore.

«Con l’avvento della presidenza ungherese di turno al vertice dell’Ue, ma soprattutto con l’avvio della nuova legislatura, ci auguriamo che l’obesità quanto tutte le patologie riconducili agli eccessi di cibo vengano affrontate con l’adeguata consapevolezza scientifica e tenendo conto della loro complessità», aggiunge Paganini. «Siamo di fronte a una pandemia silenziosa, che richiede un approccio multidisciplinare e personalizzato, non una semplice etichetta colorata. Questo sistema penalizza le piccole e medie imprese locali a vantaggio delle grandi multinazionali, mettendo a rischio la diversità dei prodotti e le tradizioni regionali».

L’obesità è oggi riconosciuta come una sindemia negletta, che ha gravissime ripercussioni sulla salute pubblica e sui sistemi sanitari nazionali, sulle relazioni sociali e interpersonali, sulla produttività e sull’economia globale, incidendo profondamente sul benessere psicofisico dei cittadini. Secondo l’Oms, dal 1990, l’obesità tra gli adulti è raddoppiata, mentre tra gli adolescenti è quadruplicata. Nel 2022, si è registrata 1 persona su 8 obesa al mondo. Nello stesso anno, circa 2,5 miliardi di adulti erano in sovrappeso, di cui 890 milioni soggetti a obesità. A loro volta, oltre 390 milioni di bambini e adolescenti erano in sovrappeso, di cui 160 milioni obesi. Questa malattia, tuttavia, non può essere attribuita unicamente all’eccessivo consumo calorico. Pertanto è fondamentale considerare i molteplici fattori individuali, socioeconomici, culturali, comportamentali, genetici e metabolici che sono alla base.

«Per contrastare realmente ed efficacemente il problema dell’obesità – aggiunge Paganini – è fondamentale ripensare le attuali strategie sanitarie pubbliche. Grazie ai progressi nella tecnologia e nella medicina personalizzata, si possono implementare soluzioni su misura che rispondano alle esigenze specifiche di ogni individuo.»

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