La Scienza ci può salvareANALISI DI STEFANO SARTORIO
- 6 April 2020
- Posted by: Competere
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Attraverso lo sviluppo, che solo un uso veramente applicato della Scienza può garantire, è possibile essere preparati alle sfide del futuro. Siano esse un’emergenza sanitaria come il Covid-19 o alimentare e ambientale.
È fondamentale comprendere che il settore privato ed imprenditoriale sono i motori di sviluppo di qualsiasi società, soprattutto per quelle a carattere agricolo. La retorica fortemente estrema di alcune frange ambientaliste condanna pedissequamente l’acquisizione di aree boschive da parte di imprenditori locali sostenendone tra le ragioni il fatto che il comportamento possa causare la diffusione di nuovi patogeni.
In realtà, il nesso tra sviluppo agricolo e diffusione di virus pericolosi è ancora oggi non comprovato ed incompleto, in quanto qualsiasi attività umana che sia disorganizzata ed incurante dei pericoli della natura ha la possibilità di generare conseguenze negative. È dai famosi Wet Market cinesi che deriverebbe il Coronavirus, proveniente da alcuni animali selvatici usualmente addomesticati per l’alimentazione. Se, in questo caso, una corretta regolamentazione, un’organizzazione della filiera e un controllo sanitario fossero stati implementati, allora nessuna conseguenza negativa sarebbe avvenuta.
Sono l’organizzazione e la pianificazione a salvarci dal Coronavirus, ossia la Scienza applicata, e questo è bene tenerlo a mente.
Le imprese agricole (ma non solo) possono fare la differenza nel contrasto all’emersione di nuovi patogeni, assicurando la stabilità sociale necessaria al paese di poter addirittura prolungare i periodi di emergenza nazionale senza causare eccessive ripercussioni negative. Le aziende hanno la possibilità di informare, educare e preparare i propri dipendenti e reparti produttivi, soprattutto in quei settori economici ad alta intensità di lavoro umano dove se ne percepisce maggiore necessità. Inoltre, una strutturazione di un piano di sviluppo sostenibile per la singola azienda in cooperazione con le autorità è in grado di diminuire l’impatto sull’ambiente circostante.
Gli esempi di alcune aziende agricole in Liberia durante Ebola, sono illuminanti in questo senso. Nonostante la difficoltà di lavorare a stretto contatto con una popolazione a basso indice di scolarizzazione e una forte diffidenza nei confronti del proprio governo, esse hanno garantito il corretto funzionamento dell’attività. L’implementazione di un cordone sanitario lungo la struttura, lo sviluppo di un senso comune di sicurezza e di urgenza nei dipendenti e, infine, una collaborazione pianificata con gli altri portatori di interesse (il governo, le ONG e i capi villaggio) hanno permesso di organizzare un sistema a rischi contenuti e controllati. Questo, oltre ad una riduzione di contagi ha anche portato ad una sensibilizzazione collettiva infinitamente maggiore.
È quindi necessario osservare con occhio imparziale le argomentazioni in merito al tema in oggetto e riflettere su misure, anche comprensive, di sostegno delle realtà produttive accompagnandole in un’evoluzione sostenibile garantendo al contempo una stabilità sociale ed ambientale basata in primo luogo sulla capacità gestione e pianificazione.