Se vogliamo salvare il pianeta, don’t look upL'idea di Antonio Picasso
- 11 January 2022
- Posted by: Competere
- Categories: highlights, Lidea, News, Sustainable Nutrition
Le sfide del nostro tempo hanno assunto una direzione ben precisa. C’è chi le nega e chi pretende di raggiungerle con soluzioni da libro dei sogni. Ma non è con uno screenplay di Hollywood che si risolvono i problemi. L’impegno pragmatico di Competere parte da un’alimentazione sana e sostenibile
IL PROBLEMA NON È UNA COMETA
Più che un’idea è un proposito: con l’anno nuovo salvare il pianeta. O almeno iniziare a farlo. Fin dalla sua nascita, Competere si sforza per trasformare questa grande illusione in un obiettivo realisticamente perseguibile. Dai sogni green alla riduzione della povertà e delle diseguaglianze, passando per le trasformazioni del mercato del lavoro, l’automazione industriale e lo spostamento dell’asse geopolitico verso l’Oceano Pacifico. Queste e altre sfide del nostro tempo hanno la forza di mutare radicalmente una parte o tutta la quotidianità. Hanno assunto una direzione ben precisa. Imporsi di cambiarne la rotta o peggio arrestarle significa arroccarsi su una posizione antistorica che – per semplicità – potremmo definire trumpiana. Vi fa da contraltare una visione del mondo altrettanto ideologica ed estremista, che a sua volta – e anche qui in maniera semplicistica – rimanda a Greta Thumberg. L’unico vantaggio di quest’ultima, pur essendo altrettanto illusoria e aggressiva, è che non fa a pugni con il corso dei tempi.
Non sarà quindi una cometa a colpirci, come racconta Don’t look up, facendoci credere che il dramma sia esogeno. Saremo noi a infrangerci contro il muro di problemi da noi stessi creato. D’altra parte, mettere in atto le proposte oggi più in voga – sensazionalistiche, frutto di indignazione e risentimento, volte ad alimentare soltanto il consenso – significa instillare un ulteriore elemento di tensione, potenziale generatore di disuguaglianze. Il rischio è di creare così un nuovo conflitto, non più tra chi è ricco e povero, ma tra chi è sostenibile e chi no. Dicotomia che, guarda caso, rispecchia quella tradizionale. Chi vive nel benessere è anche green. Gli altri non possono permetterselo.
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UNA PROPAGANDA CLEVER PER FAR ACCETTARE MISURE SPIACEVOLI
C’è una terza via? Competere è impegnato a cercare una risposta a questa domanda. È un lavoro certosino, il nostro. Siamo pragmatici e consapevoli che per salvare il pianeta ci vorrà un po’ più di anno. E auspicabilmente qualche risorsa in più.
Per fronteggiare il cambiamento climatico, servono misure spiacevoli, che possono andare da una radicale trasformazione delle dinamiche produttive, fino alla revisione dei consumi e alla ridimensione della crescita economica. Per gestire il galoppante aumento demografico – e con esso la fame – si è costretti a mettere in discussione buona parte delle politiche agricole che, nella loro molteplicità, hanno caratterizzato le società di tutto il mondo. Quando saremo 10 miliardi su questa terra – perché ci arriveremo, nonostante la paura di cali demografici, circoscritti in alcune piccole aree – il problema della disponibilità di cibo e delle materie prime, di gestione degli spazi, di organizzazione del lavoro, insomma tutto quello che significa convivenza quotidiana a livello di grandi numeri, sarà più che concreto.
Serve ora una propaganda clever, capace di rendere chic quello che altrimenti susciterebbe protesta e rabbia. Le nostre piattaforme sulla Sustainable nutrition ed Empowering consumers rappresentano il nostro contributo per prevenire il disastro che si insiste a suonare come allarme, ma che ci si ostina a non ascoltare.
Inutile scagliarsi contro il sistema, pensando che spetti soltanto alla classe dirigente provvedere alla salvezza dell’uomo. Non ha più senso la convinzione che pochi, idealmente investiti di una responsabilità divina, siano in grado e debbano risolvere i problemi di tanti. Così com’è impensabile per le élite insistere a custodire il segreto della pietra filosofale, illuse che nessun gliela porti via, o peggio ancora ne sveli l’impotenza. Per evitare di andare a sbattere, smettiamola guardare in alto.