Spreco alimentare: 1,3 miliardi di tonnellate gettate ogni annoL'IDEA DI LUCREZIA CARMIGNANI

Il 29 settembre si è celebrata la Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari, per promuovere il raggiungimento di uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibili previsti dall’Agenda 2030: dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite.

PARTIAMO DALLA DEFINIZIONE        

Quando si parla di spreco alimentare ci si riferisce a tutti quei prodotti che vengono scartati, eliminati, smaltiti per ragioni economiche, estetiche o perché troppo vicini alla scadenza, nonostante siano ancora commestibili. 

Secondo la FAO, si perdono 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ogni anno, traducibili in oltre un terzo della produzione mondiale

Se invece si guarda all’Italia, nel 2022 ogni italiano ha gettato 75 grammi di cibo al giorno, poco più di 27 chili l’anno. I dati si accentuano a sud (+ 8% rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+ 38% rispetto alla media italiana). Per tradurlo in termini economici: 15,8 miliardi di euro persi in totale, di cui 6,5 miliardi nelle case e oltre 9 miliardi nella filiera, dai campi alle case. Ciononostante, oltre 2,6 milioni di persone faticano a nutrirsi regolarmente e il 9,4% della popolazione versa in condizione di povertà.

Siamo quindi di fronte a uno dei più grandi paradossi del sistema di produzione di cibo. Se si cercasse di limitare il problema si potrebbe garantire sostentamento a tutti. Inoltre, si potrebbero ridurre le emissioni di gas serra, di cui lo spreco è responsabile per il 10% e allentare la pressione sulle risorse naturali, in particolare sul consumo di acqua e di suolo.

DOVE SI SPRECA?

Lo spreco di cibo avviene in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto: produzione, trasporto, distribuzione e consumo. Mentre nelle società economicamente più in difficoltà le criticità maggiori riguardano le prime due fasi, in quelle più avanzate le perdite si hanno nelle ultime fasi.

Nel primo caso è facile che interi raccolti vengano danneggiati dal maltempo e dalle malattie. Il cambiamento climatico ha sicuramente aumentato la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi. Durante il trasporto, peraltro su canali infrastrutturali non adeguati, la mancanza di confezioni chiuse ermeticamente porta i prodotti a degradarsi più velocemente. 

Nel secondo contesto, invece, prodotti come frutta e verdura, perfettamente commestibili, vengono eliminati solo perché macchiati, ammaccati o con forme non usuali. Anche la tendenza a non esporre sugli scaffali i prodotti vicini alla scadenzacontribuisce agli sprechi. Un ulteriore fattore importante è il fenomeno dell’invenduto, che si verifica quando la distribuzione mette a disposizione una quantità di prodotti che supera la domanda dei consumatori. A livello domestico, se parliamo di consumo, spesso viene comprato e cucinato più cibo del necessario. Questo porta a gettare enormi quantità di generi alimentari, solo perché andati a male prima di essere consumati o perché avanzati sulla tavola.

TRE SOLUZIONI CONTRO LO SPRECO    

Educazione, riciclo e tecnologia possono contenere il fenomeno. 

Servono informazioni corrette a beneficio del consumatore per fare scelte consapevoli e responsabili. Per questo, l’educazione alimentare diventa fondamentale in tutte le fasce di età. È necessario che l’individuo sappia riconoscere la qualità degli alimenti e che, più in generale, conosca i principi di una corretta alimentazione.

Il riciclo è il secondo tema cruciale quando si parla di lotta allo spreco, in particolare il compostaggio. Gli scarti, infatti, possono essere utilizzati per produrre fertilizzanti naturali. Inoltre, esistono programmi con lo scopo di raccogliere le eccedenze dai supermercati o dai ristoranti per ridistribuirli alle persone più bisognose o a organizzazioni benefiche. 

Infine, la tecnologia: un ottimo alleato, in quanto può essere utilizzata dalla produzione alle case. Ad esempio, nel trasporto, l’utilizzo di nuovi materiali permette di prolungare la conservazione degli alimenti; nei punti vendita, invece, lo sviluppo di sistemi di smart refrigeration permette di controllare, anche da remoto, i livelli di temperatura. Tuttavia, la tecnologia deve sempre essere accompagnata dalla consapevolezza. È fondamentale acquistare ciò che è strettamente necessario, evitare porzioni eccessive e, in generale, comprare e mangiare responsabilmente.

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