La storia ci insegna …ma noi impariamo? Guardiamo alla storia per tracciare un nuovo futuroAbbracciare la complessità per un domani più sostenibile.
- 27 April 2021
- Posted by: Competere
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Nella corso della storia i grandi imperi, come quello romano, si sono caratterizzati per loro capacità di collegare centro e periferia. Luoghi lontani uniti da strade che ancora oggi utilizziamo. Guardare a quanto fu fatto oltre duemila anni fa può aiutare a costruire un percorso di modernizzazione infrastrutturale, ormai atteso da tempo dal nostro Paese. Ecco cosa fare per l’Abruzzo.
L’IMPORTANZA DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO
Gli antichi Romani da sempre hanno conquistato terre, costruito città avendo sempre chiaro il concetto che la rete di comunicazioni è quella che permette lo sviluppo del territorio e delle sue attività. Strade, ponti, vie su terra e fluviali hanno incrementato il continuo proliferare dei centri che fondavano, sviluppando arterie ancora importanti e vitali come la via Flaminia, l’Appia, la Salaria, e l’Aurelia.
Oggi, finalmente dopo decenni di immobilismo nelle zone centrali del nostro paese, si è risvegliata una nuova ma in realtà antica concezione dello sviluppo del territorio: la necessità di rimettere al centro dello sviluppo appunto, la rete di comunicazione viaria tra i vari centri nevralgici delle cittadine di questa zona, fino ad oggi lasciate nel loro isolamento e di conseguenza, lento rallentamento dello sviluppo economico stesso.
LA RETE AUTOSTRADALE
Da Nord a Sud la mitica autostrada del sole, fiore all’occhiello del boom economico degli anni sessanta, ha messo in comunicazione due poli del nostro paese cercando di promuovere uno sviluppo e una interconnessione tra zone completamente diverse sotto ogni punto di vista ma complementari per lo sviluppo di questo paese. Ora quello che è rimasto in sospeso è stato proprio il centro, tagliato dalla dorsale Appenninica come un’apparente muraglia insormontabile, attraversata dalla grande ed unica arteria Roma – L’Aquila – Pescara con il traforo del Gran Sasso. Troppo poco per i giorni d’oggi e con troppi centri tagliati fuori. Ecco che allora lo stesso governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio richiama l’attenzione delle istituzioni e dell’Europa dichiarando provocatoriamente, l’esigenza di “eliminare la barriera degli Appennini” con una viabilità più ramificata ed eco-sostenibile per dare nuovo impulso all’economia e per favorire l’integrazione culturale e sociale tra i vari centri anche per un recupero della ricchezza delle antiche tradizioni culturali, gastronomiche e artistiche.
NECESSARE NUOVE INFRASTRUTTURE
Il nuovo progetto di viabilità nel centro Italia con le opere pubbliche di collegamento tra Lazio e Abruzzo, quindi tra Roma, Pescara, Ascoli e Ancona daranno grande impulso e dignità alla questione del centro Italia. Da costa a costa rendendo l’Aquila l’ombelico del territorio. L’Aquila l’antica città, che, sin dal 1254, anno della sua fondazione al centro di una conca lungo il percorso del fiume Aterno, ha svolto un ruolo importante come grande centro di aggregazione sulla dorsale appenninica e che ora finalmente potrà tornare ad essere il presidio di collegamento tra Est e Ovest, lungo una direttrice che comprenderebbe anche Ascoli attraverso il potenziamento della via Salaria. La velocità e qualità dei collegamenti con la capitale favorirebbero lo sviluppo dell’aeroporto d’Abruzzo per diventare, così, il terzo scalo di Roma.
LA LEZIONE DELL’ANTICA ROMA
Allora ecco che il passato, fonte inesauribile di esempi da non dimenticare, ritornerebbe di grande attualità nella sua concezione di sviluppo di un territorio e dei suoi abitanti. Quando si dice che tutte le strade portano a Roma non è per esaltare l’importanza della capitale, ma per sottolineare che gli antichi Romani da Roma procedevano nella conquista delle regioni circostanti attraverso la costruzione di strade ancora percorribili oggi, per promuovere gli scambi e la comunicazione tra i popoli e l’abbattimento delle barriere.
Autore dell’articolo dott.ssa Loredana Fenucci