Le Super Città: Tra Innovazione e Logica del Non DividereL'articolo di Stefano Cianciotta per Il Messaggero

La bocciatura dei capoluoghi abruzzesi da parte di Ernst & Young e di Forum Pa (entrambi gli studi hanno evidenziato la scarsa attrattività delle quattro città capoluogo di provincia) impone un cambio di rotta che non può più essere rinviato.

Quello che risulta evidente ancora una volta è che le città abruzzesi hanno poco appeal perché manca la capacità di costruire una visione di insieme e di sistema. Innovare, infatti, non solo significa investire sul capitale umano e creare nuovi prodotti e nuovi servizi, ma anche mettere a sistema quegli elementi positivi residuali che si stanno sviluppando nelle città abruzzesi, abbandonando posizioni e rendite territoriali che soffocano una nuova dimensione europea e transnazionale di regione.

Rinnovare contrapposizioni di campanile, pertanto, significa o essere irresponsabili oppure essere fuori dal contesto globale. In ogni caso l’Abruzzo del futuro, quello che ogni giorno si impegna per superare le 109 crisi industriali e per produrre benessere e sviluppo, quello che si ingegna quotidianamente per evitare di disperdere il capitale umano (il 35% dei laureati abruzzesi lasciano questa regione che ne attrae pochissimi), ha bisogno di una classe dirigente all’altezza delle nuove sfide. A cominciare da quelle imposte dalla nuova dimensione della competizione tra i territori, che non può più essere giocata su un tavolo dove insistono monadi isolate che faticano a pensare e lavorare insieme.

Se la Grande Pescara contribuirà alla promozione della regione costituirà una straordinaria opportunità per tutto l’Abruzzo. Se nasce per dividere e creare contrasti non serve a nessuno. Lo ha capito benissimo il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, le cui dichiarazioni dei giorni scorsi proiettano l’innovazione amministrativa della futura città nel contesto delle nuove sfide globali; lo hanno compreso un po’ meno a L’Aquila, che ha rinnovato il solito canovaccio da città assediata.

Proprio L’Aquila, invece, grazie alla sperimentazione del 5G, agli investimenti significativi dei Cinesi di ZTE e di FCA con l’auto elettrica, è l’unica città abruzzese che sta davvero scommettendo sulla innovazione digitale, dimostrando grazie al contributo del rettore Inverardi di avere consapevolezza di cosa significhi costruire il futuro.

La Grande Pescara è una risposta interessante alla necessità di coniugare rigore dei conti e innovazione della proposta amministrativa sotto il profilo dei servizi, tema del quale si parla troppo poco in Abruzzo per timore di perdere rendite di posizione (poltrone).

La Grande Pescara, invece, può inaugurare una nuova stagione di fusioni e aggregazioni tra realtà vicine. Due anni fa se ne parlò anche in campagna elettorale alle amministrative di Lanciano per la costituzione della Grande Frentania, mettendo insieme i nove comuni del Lancianese che insistono a sei chilometri di distanza, l’equivalente di cinque fermate di metropolitana a Roma. L’Abruzzo del futuro deve ripartire dalla proposta del candidato a sindaco di Lanciano Tonia Paolucci, dalla Grande Pescara, dall’Area metropolitana Teramo-Giulianova, da L’Aquila città della conoscenza, occasioni straordinarie e irripetibili per dimostrare che se tutti fanno un passo indietro la comunità ne farà dieci in avanti.

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