Un Disastro la Comunicazione in Caso di EmergenzaL'articolo di Stefano Cianciotta per Il Messaggero, 11 Aprile 2016

Tutti i Comuni abruzzesi hanno approvato i Piani di Protezione civile. Il nodo, come è accaduto anche con il terremoto de L’Aquila nel 2009, non sta tanto nella approvazione formale di questi provvedimenti, quanto nella loro attuazione, che presuppone attività di programmazione, valutazione e individuazione dei rischi, e di comunicazione istituzionale con il coinvolgimento di tutti gli stakeholders.

Proprio la mancanza di coordinamento, la scarsa condivisione delle informazioni e la poca attenzione degli amministratori verso questa tematiche, sono i tre elementi critici che le 158 Organizzazioni di Protezione civile regionale hanno riscontrato essere i problemi principali che ostacolano la corretta gestione di un’emergenza.

I risultati dell’indagine, che si compone di un questionario di 28 domande somministrate attraverso la piattaforma informatica del sistema regionale di Protezione civile, sono stati presentati dal Prorettore dell’Università di Teramo, Christian Corsi, coordinatore del progetto Open Protezione, che vede collaborare mondo accademico e Protezione civile regionale, con la finalità di costruire un sistema condiviso di procedure e linguaggi tra tutti gli attori che operano nell’emergenza.

In Abruzzo, infatti, non esiste un sistema codificato di procedure. Le calamità degli ultimi otto anni impongono un cambio di paradigma della Pa abruzzese, che inevitabilmente deve ricondursi ad un’azione strategica con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali.

Il mondo accademico e della ricerca, ed il sistema regionale di Protezione civile, si sono fatti portavoce di questa esigenza non più indifferibile.

Dall’analisi del rischio potenziale alla sua divulgazione alla comunità locale il sistema della Pa abruzzese deve pertanto cominciare a ragionare e pensare all’unisono, evitando di incorrere in inutili parcellizzazioni organizzative, che amplificano l’effetto negativo dell’emergenza disperdendo risorse preziose.

L’Abruzzo non può perdere questa grande occasione per diventare il più importante laboratorio italiano su queste tematiche, che sono strategiche anche nel (ri)posizionamento della immagine compromessa della regione.

Gli amministratori abruzzesi comincino quindi a prestare attenzione a certi temi, che per la loro intangibilità non creano le condizioni immediate e di breve periodo per avere consenso politico ed elettorale, ma che invece hanno un peso specifico rilevante per contribuire a salvaguardare le vite umane, mantenere in uso i costumi delle comunità locali ed elevare la coscienza civica e culturale dei propri cittadini.

Non è un caso, ad esempio, che il 53% delle Organizzazioni intervistate ha lamentato la scarsa attenzione e il mancato coinvolgimento da parte dei Comuni nella fase di redazione del Piano di Protezione civile.

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