L’Agenzia europea dei medicinali dovrà essere efficiente nel momento stesso in cui arriverà nella nuova sede tra due anni, ma non è detto che la nuova struttura in zona di Rho-Pero possa essere realizzata in tempo. L’alternativa Pirellone incontra alcune difdenze e si pensa a strutture private in zona Porta Romana e City Life.

E Brexit fu. Nell’anno dei sessant’anni dalla nascita dell’Europa unita, dopo nove mesi di gestazione legislativa che ha portato il Parlamento britannico a confermare l’esito referendario del 23 giugno 2016, la premier Teresa May, il 29 marzo, ha premuto il tasto “esc” dall’Unione europea, attivando l’articolo 50 del Trattato di Lisbona che avvia le trattative di divorzio con Bruxelles. Effetto immediato sarà il trasloco di Ema dal civico 30 di Churchill Place sulle rive del Tamigi. La corsa per la selezione del Paese che ospiterà l’Ema tra due anni (tanto è il tempo che ci vorrà per il trasferimento dell’intera istituzione da Londra) è ufcialmente iniziata. La decisione fnale, che spetterà al Consiglio europeo, potrebbe arrivare entro l’estate o al più tardi a settembre di quest’anno.

Milano scopre le carte e mette sul tavolo una serie di location che potrebbero soddisfare i requisiti per ospitare l’ente regolatorio. Palazzo Pirelli, ex area Falck a Sesto San Giovanni, ex area Expo. Come spiega Vincenzo Grassi, partner di PwC che ha partecipato alla stesura del dossier di candidatura, “uno dei fattori determinanti per la decisione sulla nuova location dell’Ema potrebbe essere quello di avere delle soluzioni immobiliari che garantiscano la piena operatività dell’agenzia già al momento dell’insediamento”. Per tale ragione è opportuno che le istituzioni propongano soluzioni pubbliche o private coerenti con i fabbisogni dell’agenzia stessa e delle persone che ci lavorano. L’area Expo è sicuramente una location di grandi prospettive, va tuttavia valutato il fatto che sia disponibile da subito”.

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