La Nostra DavosL'Idea di Pietro Paganini
- 23 January 2018
- Posted by: Competere
- Categories: highlights, News
PERCHÉ É IMPORTANTE? Non si stabiliscono regole globali, non si prendono decisioni che avranno ripercussioni sulle sorti del mondo, né si prendono accordi economici e politici di alcun tipo.
WORLD ÉLITE FORUM É una sfilata inutile di leader. Presunti leader. Leader per caso. Che siano politici, imprenditori, manager o commentatori di grandi network, il WEF sembra la versione trasparente del club di Bilderberg: il luogo in cui le élite raffinate ed educate del globo cospirano alle spalle dei cittadini di tutto il mondo. Anche chi viene qui ha problemi, ma sono i problemi delle élite (1%). Gli altri (99%), che qui non ci sono, hanno problemi molto diversi.
L’1% SI PREOCCUPA DEL 99% É paradossale ma è così, ma forse lo è sempre stato. Una minoranza, presumibilmente colta, sicuramente ricca, meritatamente in molti casi, si preoccupa di DETERMINARE il futuro del mondo, ossia di quel 99% che le Alpi svizzere non sa nemmeno dove sono. Chissà se gli ospiti a Davos si preoccuperanno anche di ridurre il divario tra loro e il 99% della popolazione mondiale. Forse sono solo più interessati ad aumentare il numero dei miliardari e ad ingrandire la differenza fra noi e loro.
CHE SIANO LORO A DECIDERE PER NOI da un po’ di fastidio. Nausea di più che a farlo sia la presunta élite intellettuale osannata per una idea fissa di mondo perfetto senza poveri (ma con i ricchi), con leggi giuste (per qualcuno più giuste), e con un governo epistocratico, dove a decidere sono quei pochi che sanno o pensano di sapere. Ce ne sono anche in Italia, di questi Epistocratici.
WEF UNICO LUOGO DI DISCUSSIONE Tuttavia, Davos è uno dei pochi luoghi al mondo dove si discute del mondo, di dove e come va, di cosa si può e si deve fare. Potrebbero non piacerci le risposte, ma almeno ci sono i problemi e le proposte.
FUORI DAVOS, IL NULLA Essere élite non è una colpa. Fanno i loro interessi – mantenere il potere ottenuto per merito o per caso. Difendono il loro monopolio economico e culturale.
Si servono proprio di momenti come questo per riaffermarsi e garantirsi la sopravvivenza. La colpa è di chi a Davos non ci va, cioè del restante 99% che ha smesso di discutere, di fare delle domande e di dare delle risposte. Ha abbandonato il metodo scientifico preferendogli le emozioni. Ha smesso di curiosare e di creare. Continua a lamentarsi però, senza avere la pazienza di inseguire il confronto critico delle Democrazie Liberali.
IMPARIAMO DA DAVOS É l’anno dell’inclusione, parola chiave del Forum. Prendiamola in prestito anche noi, in vista delle elezioni del 4 marzo per porci degli obiettivi, a cui non potremo rispondere in un solo mese, ma intorno ai quali si deve aprire un dibattito e fondare un confronto tra le forze politiche. Proprio su questi temi dovrebbero emergere le differenze politiche:
- Lavoro e Welfare – la disoccupazione scende, ma i salari non salgono. La frammentazione ha ridato dinamicità al mercato del lavoro, ma ha tolto sicurezza e solidità. Un mondo senza lavoro
- Innovazione – come stimolarla, quali politiche, incentivi, e soprattutto, come diffonderla?
- Scuola – quale educazione e modelli di apprendimento per rispondere all’avvento delle macchine e alla rapidità del cambiamento?
- Intelligenza Artificiale – come la usiamo per migliorare il funzionamento dello Stato, la competitività delle nostre imprese, e i rapporti umani?
E’ SUFFICIENTE IL CIRCOLO DI UNA VOLTA PER RIPRENDERE A DISCUTERE non serve affittare un jet fino a Davos.
VOGLIAMO RICOMINCIARE? O vogliamo fare gli spettatori. Ancora?