Come Superare il Gap tra Scuola e Lavoro

Lo skills mismatch ha un profondo impatto sulla produttività e il reddito dei lavoratori, genera maggiore turnover per le imprese e ha effetti negativi su occupazione e PIL. Quali sono le soluzioni da portare avanti per riavvicinare gli universi di scuola e lavoro?

Con il termine Overeducation, italianizzato in sovraistruzione, si ci riferisce al fenomeno che si verifica quando il lavoratore è sovra qualificato per le mansioni richieste dal proprio datore di lavoro. I dati indicano l’Italia come un paese leader in Europa in questa speciale classifica. Non una posizione alla quale dovremmo certo ambire. Questo disallineamento tra qualifiche e competenze danneggia la produttività e e la competitività di una già traballante economia.

PERCHÉ È IMPORTANTE In Italia più di 400 mila lavoratori sono sovraistruiti. In altre parole, il loro titolo di studio è superiore al livello delle mansioni esercitate sul posto di lavoro. Circa un ragazzo su cinque tra i diplomati (fascia di età 20-24) e uno su quattro tra i laureati (fascia di età 25-34) svolge un lavoro per il quale non ha studiato e per il quale non è richiesto un titolo di studio (fonte: Il Sole 24 Ore). Più di un laureato su tre in scienze umanistiche e scienze sociali è overeducated rispetto alla mansione che poi ricoprirà una volta entrato nel mondo del lavoro. La medesima situazione ha visto un incremento significativo negli ultimi 10 anni anche per indirizzi ritenuti più ‘sicuri’ come medicina ed ingegneria.

Un gruppo di quasi mezzo milione di individui che si ritrova a fare i rider di cibo o le baby sitter. Secondo Maurizio del Conte, presidente Anpal, agenzia per le politiche attive del lavoro: “Le imprese da un lato non trovano le competenze tecniche di cui hanno bisogno, dell’altro spesso finiscono per utilizzare i giovani con lauree più deboli per mansioni di basso livello. Pesano la mancanza di orientamento scolastico e un sistema di formazione che non sa rispondere ai continui cambiamenti di mercato”.

COME CAMBIARE In Italia, purtroppo, il gap tra scuola e lavoro è ancora fortissimo. Nonostante il nostro tasso bassissimo di natalità l’economia nazionale stenta ad inserire i giovani nel tessuto lavorativo del paese. Come possiamo dunque introdurli nel tessuto lavorativo?

1) Una maggiore enfasi sulla fase di orientamento durante il percorso di studi. Un operato mirato ad incrementare le capacita specifiche dell’individuo tramite un concreto approntamento al mercato del lavoro, maturando la necessaria esperienza. Famiglie e studenti necessitano di essere guidati sin dalle scuole superiori e durante tutto il percorso di studi in modo da poter fare scelte più accurate.

2) Una riforma strutturale del panorama lavorativo italiano. Urge proporre nuove idee e politiche di sviluppo necessarie ad espandere tutti i settori della nostra economia, a partire dalle piccole e medie imprese che spesso e volentieri non sono attrezzare per sfruttare e sviluppare human capital.

Iniziare, sin da oggi, un lavoro di lungo termine sia sul lato della domanda che su quello dell’offerta, porterà ad ottenere dei risultati in un futuro non troppo lontano. Avvicinare i due mondi della scuola e del lavoro passa dunque da riforme concrete e strutturali sull’approntamento al mondo del lavoro durante il percorso di studi e tramite una politica di insegnamento mirata alle Pmi nel gestire e sviluppare human capital.

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