RipartiamoL'IDEA DI GIUSEPPE ARLEO

Competere presenta l’Osservatorio sulla ricostruzione economica dopo l’emergenza Covid-19. Per ripartire è fondamentale definire un sistema di incentivi e strumenti a supporto snello, chiaro ed efficace per aiutare le imprese e le partite iva. Come agire? Quali strumenti e politiche adottare? Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio, propone alcuni punti dai quali ripartire. 

PERCHÉ È IMPORTANTE?   La ripresa porrà le PMI dinanzi a nuove sfide ed è fondamentale un sostegno pubblico per implementare processi strategici a partire dall’innovazione tecnologica. Sarà necessario cambiare approccio, dovrà essere dinamico e proteso al cambiamento, a partire dalle modalità di lavoro e dall’approccio tecnologico di imprese, professionisti ed Enti Pubblici.

LA MANO VISIBILE   La crisi, che è di economia reale e non finanziaria, determina profonde difficoltà nella domanda come nell’offerta dei prodotti ed impone l’adozione con estrema urgenza di una serie di provvedimenti straordinari la cui efficacia è connaturata a una rivoluzione di metodologie e di vecchie prassi diventate anacronistiche.  Al riguardo sarà fondamentale non soltanto superare il vincolo deficit/pil, ma anche veicolare soldi e risorse liquide per sostenere la domanda e i redditi delle persone. Occorrerà, parimenti, da un lato definire un piano credibile di rientro dei fondi che, ricordiamo, sono nuovi debiti per il nostro sistema, dall’altro evitare di porsi sul mercato in maniera debole facendo percepire agli investitori di essere in perenne e costante affanno.

Avremo una mutazione strutturale dei meccanismi di funzionamento dell’economia e dei sistemi industriali, con un ruolo assolutamente centrale delle politiche degli incentivi. Alla quantità dovrà corrispondere la qualità. Dovranno essere diretti a settori mirati e in modo celere, non potendosi rimandare decisioni che vanno prese pressoché ad horas. Sarà importantissimo il ruolo della Bce, o di un organismo europeo intermedio da istituirsi in tempi assolutamente brevi, nel sostenere il sistema creditizio, affinché le banche aiutino le imprese in carenza di liquidità.

LA RISPOSTA DEL GOVERNO   Il Decreto Liquidità, pubblicato in G.U. il giorno 08/04/2020, condizionato comunque per l’operatività al via libera dell’Unione Europea, prevede tra le novità sospensioni fiscali temporanee e golden power, ma non è in sostanza il tanto auspicato helicopter money. Il Decreto copre con una garanzia ad ampio raggio il settore impresa, autonomi e professionisti con agevolazioni dirette sia al mercato esterno, con il supporto alle esportazioni, che al mercato interno, con prestiti diretti a fronteggiare esigenze originate da costo del personale, investimenti e necessità di circolante. Interventi parametrati al fatturato o al costo del lavoro. A monte delle operazioni vi è la garanzia di Sace, con coinvolgimento sia del Fondo di garanzia che del sistema dei Confidi.

BUROCRAZIA E INCERTEZZE   Alcuni aspetti della manovra meritano qualche riflessione. Sicuramente l’attuale lockdown delle banche, o comunque il lavoro in modalità non semplice, non aiuta la velocità e rapidità rispetto alle necessità ad horas di liquidità da parte delle imprese. Ulteriore aspetto da inquadrare, poi, attiene alla rendicontazione delle somme erogate unitamente ai conseguenti aspetti inerenti la normativa antiriciclaggio.

Una problematica ulteriore riguarda i dati fiscali ufficiali relativi al 2019 da fornire alle banche. Una richiesta che non tiene conto che i termini per gli adempimenti fiscali non sono ancora scaduti, a parte la dichiarazione iva indicativa del volume di affari, per chi ha già provveduto ad inviarla. È evidente la difficoltà per i dottori commercialisti di fare fronte a una indicazione del genere.

La platea dei beneficiari è chiamata alla massima attenzione nella quantificazione degli importi da chiedere in prestito. Una valutazione che dovrà tener conto della tempistica della Fase 2 e che non potrà certo trascurare il pericolo di squilibri finanziari, pur in presenza della concessione di 24 mesi di pre-ammortamento. Sarebbe stata utile, come auspicato da Confindustria, la previsione di un termine per il rientro almeno decennale, oltre a contributi a fondo perduto che neutralizzassero il costo della garanzia Sace.

IL RITORNO DEL PUBBLICO   Ulteriore elemento di riflessione ad oggi riguarda il tasso di interesse applicato. Sarebbe stato auspicabile un tasso zero e non un tasso definito “più basso” ma ancora non certo. È in ogni caso necessaria una grande celerità nelle istruttorie da parte degli istituti di credito, sia per gli importi minori che per quelli massimali.  In ordine a questi ultimi, a parte le gravi difficoltà determinate da una copertura pubblica solo parziale, occorre sgombrare il campo da incertezze applicative, stante il ruolo sostanzialmente nuovo di Sace rispetto al Fondo di garanzia già in uso, sebbene con coperture diverse. Possiamo comunque dire che finalmente la garanzia pubblica ha un ruolo predominante nella gestione del credito corrente e futuro delle imprese, evitando in tal modo contrazioni di flussi dalle banche alle pmi. Attualmente molti Paesi, tra cui la Germania, investono il doppio in termini di garanzia rispetto all’Italia, 10-15% rispetto al 4,2%. E’ quindi auspicabile arrivare ad assicurare garanzie elevate pur di sostenere le partite iva.

LA FASE 2   Particolare attenzione andrà posta nell’immediato futuro, come dichiarato dal Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, dove “occorre passare alla Fase 2 con graduali aperture delle fabbriche e degli uffici nel rispetto di tutte le prescrizioni sanitarie per la sicurezza dei lavoratori – per affrontare e vincere la guerra contro i contagi e la recessione affinché non diventi depressione – e poi alla Fase 3 attraverso massivi investimenti pubblici che compensino e supportino la progressiva ripresa della domanda privata”. Diventano assolutamente strategici, quindi, incentivi finanziari per gli investimenti, con un auspicabile ed importante rilancio dei contributi a fondo perduto e del tasso agevolato per coloro che vogliano riconvertire il sistema di produzione ma anche diversificare la propria impresa dopo la svolta epocale che stiamo vivendo. C’è bisogno di incentivi agili e veloci.

LE PROPOSTE DELL’OSSERVATORIO   L’attenzione, a nostro avviso, andrà posta con precisione, ad alcuni interventi mirati quali:

  • Agevolazioni a fondo perduto e tasso agevolato, con erogazione anticipata, a copertura del 100% dell’investimento, per start up e imprese già operative che attuino investimenti innovativi
  • Riduzione della pressione fiscale –  in particolare per le imprese che abbiano avuto una riduzione di almeno il 30% del fatturato nel periodo Covid-19 rispetto all’anno precedente – aumento delle detrazioni fiscali, incentivazione di investimenti con ampliamento dei termini del super ed iper ammortamento, eliminazione immediata e definitiva dell’irap.
  • Pagamento immediato dei debiti della Pubblica Amministrazione, che ammontano a 57 miliardi, sfruttando il momento della sospensione del Patto di stabilità e crescita.

Incisivo, come non mai, dovrà essere il cambiamento nelle procedure di spesa dei fondi strutturali. L’auspicio è quello di una mutazione netta di meccanismi agevolativi condizionati da burocrazia e tempi medio/lunghi. È un lusso che non ci potremo più consentire! Per gli incentivi pubblici andrà privilegiato un meccanismo snello, rapido e fatto di anticipazioni e controlli ex post sulle erogazioni deliberate, magari utilizzando lo strumento delle autocertificazioni, perizie e attestazioni da parte di professionisti abilitati, tralasciando documentazioni a volte non indispensabili quali preventivi e computi metrici. Focalizzando poi controlli netti e rigidi sugli investimenti effettuati, confermando i premi erogati o, in alternativa, revocandoli con l’aggiunta di azioni legali rigorose per coloro che abbiano violato la legge.

Questa rivoluzione andrebbe a beneficio di molti degli attori ad oggi in difficoltà, come Pmi, Professionisti, industria e servizi, imprese artigiane e commerciali, attivando un circuito virtuoso per l’economia reale.

Sempre in tema di meccanismi, non può essere più accettabile una soluzione come il click day, utile solo a chi abbia doti di scrittura veloce! Occorre privilegiare coloro che, in sede progettuale, si impegnino ad investire in tecnologie, sicurezza sul lavoro, innovazione e tutela dell’ambiente, oltre a garantire impatto occupazionale tralasciando, peraltro, il parametro geografico o, peggio ancora, quello della giovane età.

Allo stesso modo, per gli incentivi fiscali, si rende necessaria una normativa chiarissima, senza troppi cavilli che creano solo rallentamenti nei concreti benefici, oltre che scoraggiare coloro che volessero accedervi. È importante, quindi, un approccio chiaro, netto e veloce, in un quadro di rinnovata compatibilità con i vincoli europei, sicuramente più adatto alla situazione eccezionale che ci accingiamo a vivere unitamente agli altri Paesi Ue.

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