Vaccini e proprietà intellettualeL'IDEA DI CAROLA MACAGNO
- 24 May 2022
- Posted by: Competere
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Articolo pubblicato su Formiche.net
Durante la pandemia il sistema di proprietà intellettuale (PI) ha stimolato la creazione di numerose partnership, portando allo sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci e alla produzione di miliardi di dosi.
Recentemente alcuni governi hanno chiesto di eliminare o sospendere temporaneamente i diritti di proprietà intellettuale per consentire l’accesso globale e a costi abbordabili a vaccini e terapie. Questa decisione, però, non solo non aumenterebbe la produzione ma sarebbe altamente controproducente:
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distruggerebbe le collaborazioni e i partenariati di produzione internazionali che si sono rivelati indispensabili;
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minerebbe l’incentivo a investire nella ricerca e nello sviluppo (R&S) di nuove tecnologie e terapie.
IL RUOLO DELLE PARTNERSHIP
A seguito del Covid, il sistema di proprietà intellettuale ha incoraggiato la creazione di decine di partnership. Oggi, sono in circolazione dieci vaccini autorizzati dall’OMS e oltre sessanta tra fase di sperimentazione clinica o in attesa di revisione normativa.
Queste collaborazioni non sarebbero possibili in assenza della certezza giuridica fornita dai diritti di proprietà intellettuale, che consentono alle imprese di condividere tecnologia e know-how senza temere di sacrificare i propri obiettivi commerciali. Quando il titolare di un brevetto è costretto a cederlo in licenza, ne è ancora proprietario e può ricevere una ragionevole royalty. Rinunciare o limitare la proprietà intellettuale imporrebbe la divulgazione forzata, distruggendo il segreto commerciale e il suo valore.
LA PI HA PERMESSO UN RAPIDO AUMENTO DELLA PRODUZIONE
Le partnership – che coprono l’intera filiera farmaceutica – hanno permesso un rapido aumento della produzione. Per esempio, Pfizer/BioNtech e Johnson & Johnson hanno stretto una partnership con la rivale Merck per incrementare velocemente l’offerta.
Dopo una breve fase di stallo infatti, l’aumento di produzione del vaccino Covid-19 è stato decisamente significativo: a dicembre 2021 sono state prodotte 12 miliardi di dosi, mentre attualmente, l’offerta supera di gran lunga la capacità globale di somministrarle in modo equo.
LA SOLUZIONE?
Eliminare i diritti di proprietà intellettuale avrebbe implicazioni economiche disastrose al di là della pandemia: molte piccole aziende farmaceutiche, il cui patrimonio principale è costituito dai diritti PI, potrebbero non sopravvivere.
Un approccio più sensato ed efficace prevede che i governi si concentrino su due misure concrete per accelerare l’accesso equo a vaccini e terapie:
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armonizzare la regolamentazione: durante la pandemia, la mancanza di armonizzazione normativa ha portato a tempi di accesso ai vaccini e alle terapie molto diversi nei vari Paesi. Coordinare i requisiti normativi deve essere al centro delle strategie di preparazione e risposta alle pandemie.
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smantellare le barriere commerciali: la produzione di vaccini si basa su catene di approvvigionamento globali e i governi devono impegnarsi in modo credibile ed efficace a evitare restrizioni alle esportazioni durante le pandemie. Le barriere commerciali hanno interrotto la disponibilità di vaccini sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. L’India è un esempio: le restrizioni all’esportazione imposte nell’aprile 2021 hanno ritardato in modo massiccio la risposta alla pandemia nei Paesi a basso e medio reddito.